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Polaris Skin

Prova di Aviazione Sportiva

Il successore del glorioso Cross Country ha avuto un ottimo successo, dimostrandosi robusto ed efficiente, ed ovviando a tutte le carenze del progenitore, inevitabili vista l'età.
Lo abbiamo provato a lungo nella versione con la vela da 14 metri e con il Rotax 503, più che adeguato allo spirito della macchina pur se lievemente sottopotenziato, ed ora con il Rotax 582 in versione silenziata ed una nuova vela biposto da 16 metri, sicuramente più centrata rispetto alla grintosa (e duretta) 14 metri, dunque più adatta all'uso biposto, sia didattico che turistico.

Comodo e robusto

Il carrello è ormai un classico, con il trave inclinato e saldato, il solito avantreno massiccio ed un telaietto posteriore che supporta il mast, il motore ed il carrello.
Ottima la profilatura dei sedili, così come il dimensionamento: il posto anteriore è studiato per un pilota di taglia medio alta, in particolare le imbottiture dei sedili sono regolabili grazie all'attacco velcro, ed in monoposto il sedile posteriore si ribalta in avanti, con la doppia funzione di bagagliaio e di supporto per la schiena del pilota.
Una seconda tasca bagagliaio, discretamente capiente, è posta nello schienale del passeggero che dispone anche lui di spazio e comodità, oltre che di doppi comandi a portata di piede, mentre manca inspiegabilmente un secondo interruttore generale posteriore che consenta anche all'istruttore di spegnere il motore se necessario.
Il grosso serbatoio centrale, dotato di paratia interna, è perfettamente integrato con il blocco sedili, il livello è controllabile anche in volo, grazie ad un tubetto esterno che integra il settore trasparente sul fianco destro.
Completa il quadro il treno di atterraggio che si è rivelato semplice ed affidabile anche nell'uso intensivo: posteriormente gambe ammortizzate e puntoni realizzati in tubo tondo con carenatura aerodinamica in plastica, davanti il caratteristico "ruotone" con sospensione a pantografo e doppio ammortizzatore, sicuramente efficiente, ma a nostro giudizio, inutilmente pesante; bene l'impianto frenante che aziona tamburi sulle tre ruote.

Potenza silenziosa

Il Rotax 582 riempie a dovere la parte posteriore dello Skin, accoppiato in questo caso ad un riduttore tipo C con rapporto 4:1 ed ad una quadripala Arplast a profilo silenzioso; non manca ovviamente il cassonetto di aspirazione per i due carburatori Bing ed il silenziatore di scarico, per una scelta che non possiamo che condividere in pieno: i pochi CV persi con l'impianto di silenziamento sono assolutamente ininfluenti sulle prestazioni, mentre la riduzione del livello sonoro, specie a pieno gas nella fase di decollo, è praticamente una via obbligata per la sopravvivenza degli ULM.
Nulla da dire sull'installazione del motore, privo di disassamento, mentre alcuni accessori appaiono montati in maniera un po' semplice; bene invece il vaso di espansione che è stato piazzato davanti al telaio di supporto del motore, al riparo da urti e vibrazioni. Presenti ovviamente le sicurezze in cavetto d'acciaio per la marmitta e per il cassonetto di aspirazione.

A bordo

Semplice eseguire i controlli prevolo, in particolare la struttura non ha punti nascosti o difficili da raggiungere, incluso l'attacco dell'ala, ispezionabile salendo in piedi sul trave centrale; stesso discorso vale per il motore interamente open air il cui controllo è veramente immediato, e per la vela: tip, muso ed attacco cross/longherone (protetto da una cerniera) sono a portata di mano semplicemente inclinando il trapezio, con l'eccezione dell'attacco dei cavetti del cross sulla chiglia.
Facile salire a bordo, anche per il passeggero, e buone le cinture a quattro punti, pur se la regolazione richiede un po' di tempo, per evitare che la ventrale si trovi in posizione alta vicino allo sterno.
Nessun problema in rullaggio con un ottimo ammortizzamento, una manovrabilità più che sufficiente (solo nelle curve a destra l'angolo di sterzo è ridotto e l'azionamento del grosso pedale del gas può essere difficoltoso), e freni potenti e modulabili, in grado di tenere fermo lo Skin a punto fisso sino a circa 5500 giri.

In volo

Volato in monoposto lo Skin 582 con la 16 metri è un vero campione di arrampicata, ma con spazio di decollo che rientra nella norma: anche a barra completamente aperta sono necessari una trentina di metri per staccare con decisione; nonostante l'assenza di disassamento la coppia dell'elica è moderata e la traiettoria si mantiene con facilità anche a pieno gas; in livellato sono sufficienti 4000 giri per viaggiare intorno ai 70 km/h con l'attacco dell'ala spostato al secondo foro.
Buona la manovrabilità, con una dolcezza di pilotaggio che sarà sicuramente apprezzata nei voli di trasferimento ed in fase di istruzione; nessun problema di tenuta in virata, anche a forte inclinazione ed ancora una volta ininfluente la coppia della grossa elica, anche con forti aperture di barra; l'unico appunto è per l'inversione di rollio, che richiede un comando deciso cui non corrisponde una risposta pronta: insomma la 16 ci sembra un ottimo compromesso tra prestazioni e guidabilità, con vocazione più turistica che sportiva.
In biposto il maggior carico alare cambia in meglio le cose: la corsa di decollo è contenuta in circa 60 metri, con una rampa di salita ottima, ma non impressionante, controllabile anche dall'allievo alle prime armi.
La 16 metri si dimostra una vela biposto impeccabile, manovrabile e morbida in turbolenza (nel Sahara abbiamo volato anche con raffiche di 60 km/h senza grossi problemi di controllo), con una giusta restituzione di pressione alle forti aperture di barra: in poche parole una vela facile.

La carena funziona a dovere ed il comfort è impeccabile: le gambe si trovano in una zona di aria assolutamente ferma ed il piccolo cupolino trasparente lavora a perfezione indirizzando il flusso d'ara appena sopra il casco.
Si possono portare le mani al centro della barra ed apprezzare come siano effettivamente in zona calma, solo sollevando una mano all'altezza della gomma di protezione dell'antistallo si sente il flusso d'aria pieno; anche in virata ci sembra che il carrello sia più dolce nell'inserimento senza bruschi assestamenti, insomma le già note qualità di volo sono ulteriormente migliorate con la carena.
Anche in biposto è comunque impossibile mantenere il volo livellato a tutto gas, almeno con la regolazione adottata che comunque ci sembra la migliore (avanzando ulteriormente l'aggancio dell'ala si va ad incidere sulla maneggevolezza e sulla dolcezza di comando), mentre all'altro estremo della gamma di velocità lo stallo è praticamente impossibile da raggiungere a meno di non forzare la barra a fondo corsa vincendo una notevole pressione.
Sicuro e manovrabile in avvicinamento ed in finale, l'atterraggio non è mai un problema anche a velocità sostenuta, grazie all'impeccabile stabilità del carrello.
Unico appunto in volo: il controllo del livello del serbatoio, se pur possibile grazie al tubetto esterno, è ancora difficoltoso, almeno se le cinture sono state fissate e regolate correttamente.


Per maggiori informazioni: Polaris Motor S.r.l.
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Provati in Volo