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LA BACHECA DI AVIAZIONE LEGGERA ON LINE

VOLO E DEMOCRAZIA


Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Ing. Pietro Lunardi, all'On. Giovanna Bianchi Clerici, Lista Hangar, Federazioni , CSA, CAP e Stampa di settore. Per conoscenza, AOPA, GAVS e AeCI.

Oggetto: riordino dell'Aero Club d'Italia.

Forse l'On. Clerici ed il Ministro Lunardi hanno già una visione abbastanza definita della situazione del Volo nel nostro Paese, tuttavia, da semplice osservatore, voglio portare un contributo.
Lo farò senza rispettare i canoni, in una forma irrituale ma più schietta, rivolgendomi ai colleghi VDS della mailing list Hangar ed agli altri piloti delle specialità che concorrono a formare l'AeCI.

Oltre che insolita nella forma, questa lettera aperta è anche troppo lunga, i rispettivi selettori che collaborano all'azione politica sapranno evidenziare con pochi tratti di giallo le parti essenziali.

Rispondo anticipatamente a coloro che inevitabilmente si indigneranno perché vedranno in questa nota un danno alla nostra immagine.
Molto semplicemente perché nascondere la realtà nei suoi lati peggiori equivale a mantenerla tale.

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Quasi sicuramente, nel futuro del Volo Sportivo la FIVU assumerà i ruoli di guida e gestione.
Siamo tutti d'accordo nel seppellire AeCI come è adesso ma, di fronte all'imminente matrimonio combinato tra il mondo ULM motorizzato e la FIVU, mi sembra quanto mai opportuno porre la domanda di rito: se qualcuno conosce motivi per opporsi a questa unione parli adesso ...

E in effetti qualcuno parla mostrando lo sporco sotto il tappeto: grazie alle pacate e puntuali cronache in Lista, i fatti dell'ultimo corso istruttori dell'Aquila hanno messo in luce uno spaccato che il buon senso e l'intelligenza storica non ci permettono di ignorare.
Una delle tante richieste di chiarimenti in Lista diceva: "Perché agire in modo così subdolo e mafioso ad esami già iniziati tutto a scapito degli allievi istruttori?". La ragione emersa in modo chiaro è che la FIVU ha sabotato in modo subdolo un corso istruttori, per giunta serio, perché era sfuggito in parte al proprio feudo. Feudo peraltro non sancito da alcuna bolla imperiale ma difeso senza esclusione di colpi.
Gli interventi a difesa, espressi a titolo personale, si sono ben guardati dall'entrare nel merito dei fatti; talvolta pregevoli nella forma, sono stati evasivi, inconsistenti e reticenti nella sostanza.

Non sono iconoclasta e non voglio calpestare la dignità di coloro che nella FIVU operano con correttezza, magari sacrificando la propria immagine per salvare una falsa credibilità collettiva.
Inoltre, visto anche il sistema elettorale, non si può certo confondere la struttura FIVU con i singoli Soci.
Con vari pesi che non è possibile mettere sul bilancino, mi sembra che nella FIVU ci sia di tutto: competenze, clientelismo, voglia di fare, o con noi o contro di noi, arroganza mafiosa, senza di noi il diluvio, professionalità, mosche cocchiere e smania di poltrone. Tutto fuorché trasparenza.

Pesa come una pietra anche la scandalosa assenza nel difendere Antonio Zuccarello dalla grottesca aggressione legale dell'Aero Club d'Italia, talvolta il tacere mentre si consuma un sopruso è più vistoso del gridare perché denuncia complicità con l'aggressore.
Tra AeCI e FIVU sussiste una sorta di consociazione armata dai contorni nebulosi per cui spesso non si capisce dove inizino e finiscano gli accordi e le responsabilità. Il fatto che le stesse persone ricoprano contemporaneamente incarichi in entrambe le strutture ci dice quanto l'intreccio sia stretto e confuso. Dagli organigrammi visibili in rete, Antonio Buoncristiani, Commissione VDS AeCI e Consigliere FIVU - Erich Kustatscher, Commissione VDS AeCI e Presidente FIVU - Fernando Groppo, Commissione Sicurezza Volo VDS a motore AeCI e Consigliere FIVU. Anche se parleremo molto più spesso di AeCI, questo è un aspetto da tenere sempre ben presente nel proseguo del discorso.
Ribadisco che non voglio disconoscere i tre lustri di attivismo ad ampio spettro della FIVU, tuttavia i meriti non possono giustificare o bilanciare le aberrazioni e la mancanza di trasparenza. Dalle proposte che seguono spero emerga senza ombre l'intento costruttivo per un futuro che sia il migliore possibile.

SICUREZZA VOLO
Devo però iniziare con una lunga parentesi. In questo futuro possibile deve trovare la forza di nascere una struttura che curi la Sicurezza Volo con strumenti adeguati.

Una parentesi nella parentesi, avete trovato e troverete ancora qualche tono acceso in questo scritto. Comunque la pensiate al riguardo, voglio dirvi che non è frutto dell'indignazione dell'ultima ora, di quando il re è nudo. Quanto segue sulla Sicurezza Volo era l'argomento di una proposta ragionata ed articolata (con toni ben più accesi) che ho mandato alle istituzioni governative competenti, alla FIVU (allora FAIVU) ed all'AeCI nell'Aprile 98. La documentazione relativa è stata presente per qualche tempo sul sito ulm.it che ringrazio ancora una volta per l'ospitalità.

Senza Sicurezza Volo continueremo a cadere sempre nelle stesse trappole. Per fermare un'immagine, riporto una delle nostre pagine più brutte: in un solo anno, il 97, ben tre deltaplanisti sono morti per lo stesso motivo, sono caduti nel vuoto perché al decollo non avevano agganciato l'imbracatura all'ala.
Con una struttura adeguata avrebbero avuto ottime probabilità di salvarsi, quantomeno gli ultimi due.

Gli incidenti sono la vera palla di piombo al piede del nostro Volo. Oltre ai lutti che ci hanno toccato più o meno da vicino, i disastri scoraggiano giovani e meno giovani che dal Volo potrebbero trarre formazione senza confronto e sano divertimento, ci fanno guardare con ostilità e sospetto dalla Società, per i derivanti alti costi assicurativi non ci permettono una copertura adeguata per pilota e passeggero, ecc.

Al contrario di quella che ormai sembra opinione diffusa, non credo affatto che gli incidenti siano contenuti in limiti "fisiologici". La convinzione mi deriva dal fatto poco opinabile che i margini di miglioramento sono enormi e cercherò di dimostrarlo senza annoiarvi troppo.
Forse sono ottimista ma, se guardiamo la casistica (sempre molto a spanne perché non abbiamo dati certi proprio per l'assenza di una struttura adeguata), ridurre il numero degli incidenti gravi per ore volate ad un quinto di quello attuale mi sembra un obiettivo possibile.

Quando succede un incidente, quasi sempre stendiamo un velo pietoso sugli errori umani e sulle vittime eventuali, pur sapendo con certezza matematica che quel velo sarà sudario per altri tra noi.
E' scandaloso che AeCI abbia sempre trascurato di adempiere la sua funzione principale, la Sicurezza, la cui carenza, per forza di cose, pregiudica tutto il resto.
Oltre alle implicazioni morali, senza curare adeguatamente la Sicurezza l'espansione del Volo è comunque mortificata ed oppressa.

I corsi di Sicurezza Volo tenuti dalla FIVU sono lodevoli e preziosi ma sono solo una parte di quanto è necessario. L'essere la Nuova Aviazione non significa che possiamo rivoluzionare anche ciò che la storia ci ha insegnato. In tutto il mondo, le organizzazioni meglio strutturate hanno dedicato decenni ed ingenti risorse per affinare nel tempo uno strumento che riassumo con una sintesi molto riduttiva.
Raccolta organica dei dati degli incidenti e degli inconvenienti gravi, analisi ed elaborazione degli stessi. Le risultanze, unitamente alle opportune raccomandazioni ed ai racconti vividi di pericoli scampati, devono avere diffusione capillare attraverso un periodico, per esempio un bimestrale non patinato, spedito direttamente ad ogni pilota. La spedizione a domicilio è assolutamente necessaria perché molto più efficace e, soprattutto, perché i piloti più a rischio sono quelli meno motivati alla Sicurezza, proprio quelli che si documentano meno con la lettura di riviste, libri o attraverso questa Lista.
In questo quadro, dobbiamo anche tenere presente un aspetto essenziale del settore ULM: quasi sempre curiamo la manutenzione ordinaria, spesso quella straordinaria e le modifiche dell'intero velivolo.

Lo strumento visto in sintesi può essere realizzato con mezzi anche modesti: basta un solo uomo di struttura fissa, il vitale volontariato unito ad un minimo di collaborazione imposta alle figure più capaci.
Per esempio, gli istruttori non possono esimersi dal dare pienezza alla loro funzione. Anche se non è piacevole, quelli ritenuti più idonei devono essere vincolati a ricoprire delicati incarichi territoriali per le segnalazioni degli incidenti e gli accertamenti relativi. Se queste ultime pur spiacevoli incombenze vengono in qualche modo istituzionalizzate, non possono apparire indebite intrusioni.

Non possiamo aspettare tempi lunghi legati all'evoluzione dell'ANSV (Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo) che ancora non si occupa del settore ULM; quanto è stato sintetizzato sopra può essere inquadrato in una forma agile di delega o di affiancamento e collaborazione con l'Agenzia.
A mio avviso, anche se poco popolare per comprensibili resistenze mentali, la creazione di un organismo per Sicurezza del Volo ULM con le funzioni esaminate è un compito doveroso che abbiamo trascurato ma che non possiamo rimandare ancora.

Le perdite umane sono il danno supremo causato dagli incidenti ma non possiamo per questo tralasciare altri aspetti che pure sono elementi frenanti e fonte di disagio. Facciamo anche un ragionamento di un povero Cristo (la maggioranza dei praticanti) che non può spendere un patrimonio per assicurare sé stesso ed il passeggero con copertura adeguata: se il numero degli incidenti fosse un quinto di quello attuale, anche il premio assicurativo costerebbe cinque volte meno e potrei volare finalmente più tranquillo per il futuro della famiglia; senza la paura di rischiare di perdere il tetto sarei più disponibile a portare altri con me per diffondere il Volo, per far assaporare il gusto di stare a galla e nuotare nell'aria, per vedere il mare, i prati, i fiumi, i boschi, le case e le cose dall'alto, come le vedono gli uccelli.

SCUOLE DI VOLO
I costi assicurativi sono tanto alti che molte scuole non possono dotarsi di coperture assicurative degne del nome. Anche questo è un altro fattore molto negativo che frena la promozione e scoraggia i potenziali istruttori più prudenti. Invariabilmente gli incidenti sono il piombo che ci appesantisce le ali.

A molti l'ipotesi di riduzione del numero di incidenti avanzata sopra sarà apparsa alquanto peregrina. Tuttavia non si può negare che l'attuale standard "fisiologico" di Sicurezza è il risultato diretto di due fattori preponderanti: l'efficienza della struttura che cura la Sicurezza Volo e la qualità della preparazione impartita nelle scuole di volo. Per la struttura della Sicurezza Volo abbiamo visto sommariamente che, allo stato dell'arte, è una cosa ancora in gran parte da fare, adesso vediamo come vanno le scuole.

Qualcuno ha detto in Hangar con amara ironia: "... mi sono comprato l'attestato", volendo con questo sottolineare due cose insieme, lo scarso contenuto formativo che aveva ricevuto dalla scuola e l'esame non proprio serio.
Troppe volte in questa Lista è anche apparsa la parola "esamificio".
Il neologismo nasce da un meccanismo perverso che si inserisce nel percorso di chi cede alla pulsione insana di iniziare a volare: ci sono molte scuole fatte in casa, che portano gli allievi a sostenere l'esame negli opifici di nuovo conio linguistico e di alta produttività, "esamifici" appunto.
Ovviamente tra le scuole bricolage, con o senza istruttori abilitati, ci può essere di tutto, dal buono al pessimo. Una caratteristica abbastanza comune è che lo svolgimento delle materie teoriche, in primo luogo la Sicurezza Volo, sono considerate un orpello, un accessorio trascurabile e talvolta lasciate totalmente alla responsabilità dell'allievo.

Non voglio criminalizzare indiscriminatamente, tanto meno chi è spinto dalla passione di volare o di insegnare con impegno e senza secondi fini, la responsabilità prima di tale andazzo colpevole e perverso è, ancora una volta, dell'Aero Club d'Italia.
Anziché assicurarsi che le scuole di volo impartiscano una buona preparazione e favorire la nascita di nuove scuole affinché ci sia una buona distribuzione nel territorio, AeCI fa l'esatto contrario.
Si disinteressa della qualità e costringe gli allievi alle migrazioni verso gli "esamifici".

Il meccanismo perverso ha origine principalmente in una gabella annuale esosa ed ingiustificata che mette fuori gioco molti istruttori motivati e scrupolosi che non si adattano ad operare fuori dalla legalità anche per i rischi connessi. Detto per inciso, non mi piace il termine "gabella" ma non trovo altra parola per definire la tassa AeCI di 2.500.000 delle vecchie lire ogni anno, senza che l'Ente morale dia in cambio, non dico il supporto tecnico e la consulenza auspicabile, nemmeno una visita di facciata all'apertura della scuola. L'imposizione ricorda l'invisa "tassa sul macinato" che però, almeno era più equa, era proporzionale al "grano" lavorato.
Consideriamo anche che quasi tutti gli istruttori abilitati possono dedicare un tempo limitato perché fanno altro per vivere, tra questi sono così tagliati fuori proprio gli istruttori più coscienziosi che vorrebbero operare all'insegna del "meglio pochi ma ben preparati".
Nel contempo sempre lo stesso meccanismo perverso induce, e talvolta costringe, le scuole "regolari" ad alzare il fatturato accogliendo le migrazioni di esaminandi per ripartire i costi. Chi invece si prefigge il lucro tout-court offre "esamifici" ancora più accondiscendenti e quindi più frequentati dagli esodi migranti.

Stando così le cose succede che in certi contesti l'attestato ULM sia equiparato al classico bicchier d'acqua, "non si nega a nessuno". Si va dal "... era troppo emozionato", al "... non ti preoccupare, lo tengo d'occhio io", al "... tanto poi impara volando e studia quello che non abbiamo avuto il tempo approfondire", fino al "... è grande e vaccinato, se non va in aeroplano si compra la moto che è più pericolosa".

Bocciare un allievo non è piacevole ma, più spesso, la manica larga non è altro che il risultato di un mero baratto tra esaminatori che si scambiano favori o altre porcherie (per gli aggettivi fate voi).
Inutile dire che questo allegro sistema noto a tutti, in primo luogo all'AeCI ed alla FIVU, si avvale di diffuse connivenze e non è privo di faccendieri di varia moralità (con e senza patacca da istruttore).
Per sovrammercato, un'altro assurdo esiziale che, per non allungare troppo, non commento ma lascio alla vostra intelligenza: anche la carica di istruttore esaminatore non viene negata a nessuno.

La situazione attuale, oltre che ingiusta e fortemente dannosa, fornisce anche comodi alibi a chi ha una coscienziosità elastica e organica al proprio conto corrente.
Il risultato è un mercato fortemente turbato, le scuole facili prosperano e quelle serie sono svantaggiate oppure, più spesso, non nascono affatto. Più vizioso e pernicioso di così il circolo non poteva essere.

Può darsi che dietro a questo assetto delle scuole non ci sia un disegno preordinato ma sia soltanto frutto di pochezza politica, il dubbio è lecito e doveroso perché le anime non sono tutte belle e il domandarsi "cui prodest" è una verifica che non ci è concesso ignorare. Cercare di capire chi ci guadagna e chi perde ci deve far riflettere se le situazioni perverse possano esser state create apposta.
Non vorrei apparire machiavellico ma la storia ci dice che spesso chi tiene le leve costringe ad arte il popolo nell'illegalità per manovrarlo a piacere, e succede anche che, spinta dal bisogno, la vittima sia grata all'aguzzino che "benevolo" lascia correre o gli offre scappatoie dietro compenso e/o consenso.

Le vittime innocenti e sacrificali (speriamo poco, riferito a sacrificali) di questa situazione scellerata sono gli allievi, sborsano molti più soldi per via degli esami fuori sede, ma soprattutto, mediamente, ricevono in cambio una formazione (gli aggettivi metteteli ancora voi), con casi estremi da reato penale.
Con questo tipo di semina il raccolto, in termini di incidenti, non può che essere "fisiologico", appunto, come la tempesta è fisiologica al vento.

Siamo partiti col dire che gli incidenti sono il risultato diretto di due fattori principali: l'efficienza della struttura che cura la Sicurezza Volo e la qualità della preparazione impartita nelle scuole di volo.
Se questa è la realtà e non una caccia alle streghe, non vedo come si possa dire che l'attuale standard di Sicurezza è accettabile e "fisiologico" ?

Qualcuno dice che la Sicurezza è sufficiente perché gli incidenti sono uguali o minori rispetto ad AG.
Semplicemente assurdo, non possiamo fare un paragone oggettivo con l'Aviazione Generale.
Sappiamo tutti che gli incidenti ULM sono molto più numerosi di quanto appare perché si ha circolazione di notizie quasi soltanto quando si verificano conseguenze gravi. Senza una raccolta sistematica dei dati sugli incidenti, per trarre deduzioni statistiche bisogna essere veggenti.

Per fare un raffronto, non possiamo basarci soltanto sul numero dei morti per due ragioni fondamentali.
La prima è che grazie alla minore velocità media dei velivoli ULM gli incidenti letali accadono con una incidenza percentuale molto meno rilevante (per fortuna).
La seconda è che non affrontiamo condizioni di volo strumentale o marginali, raramente ci avventuriamo sopra la copertura delle nubi da cui poi si può non trovare lo spazio limpido per scendere. Per contro, in AG non è raro l'impatto con il terreno in scarsa visibilità, evento che difficilmente concede scampo.

Aggiungiamoci anche un'altro fattore non trascurabile: per la rigidità di alcune regole, per la scarsa distribuzione degli aeroporti, per le caratteristiche dei velivoli e per cultura acquisita, i piloti AG sono svantaggiati perché, quando le cose virano al brutto, non possono ricorrere a molti alternati oppure all'atterraggio fuori campo, exstrema ratio che ha salvato tanti tra noi.
Prendere poi la sicurezza del settore AG, poverina, come pietra di paragone mi sembra un esercizio poco esaltante e quasi vile: la struttura di Sicurezza Volo per l'Aviazione Generale è anch'essa a dir poco carente e, inoltre, sono pochi i piloti AG che superano le dodici ore di volo l'anno regolamentari.

In conclusione, mi sembra più onesto ribadire che, considerato l'attuale stato della Sicurezza Volo e la qualità delle scuole, i margini di miglioramento sono molto larghi e che, lavorando tutti insieme, l'ipotesi di riduzione ad un quinto degli incidenti è un obiettivo possibile.

Senza nominare le vittime degli incidenti per tatto, coloro che in malafede e per tornaconto personale perpetuano questo stato di cose danneggiano tutta l'Aviazione e derubano letteralmente tutti i praticanti. C'è proprio un passaggio di denaro che viene tolto dalle nostre tasche perché altre si colmano.
Faccio un esempio che si capisce subito ritornando al povero Cristo detto sopra. Oggi, per assicurare pilota e passeggero, ciascuno per il vecchio miliardo che per stare un po' tranquilli non è certo un'esagerazione, se pure trovi la compagnia che ti assicura per quel massimale, spendi 7,8 milioni l'anno (calcolo proporzionale da tabella RAS visibile sul sito FIVU), quasi il prezzo di un ULM tubi e tela usato, seicentocinquantamila lire al mese, più di ventunomila lire al giorno, anche quelli in cui non voli.
Certo che se il costo fosse un quinto, centotrentamila lire al mese, sarebbe tutto molto più roseo.
Questo ragionamento a prima vista può sembrare una forzatura ma, purtroppo, non lo è affatto.

AERO CLUB D' ITALIA - IL PECCATO ORIGINALE
Chiusa la parentesi lunghissima ma ineludibile ricominciamo proprio da AeCI.
Nella sua storia poco brillante è scritta in chiaro la ragione principale di tutti i nostri mali.

La ragione è il meccanismo di delega di voto ai Presidenti degli Aero Club provinciali che ha prodotto un AeCI con una politica avulsa da chi ama volare e dall'essenza del Volo tout-court.
Troppo spesso la carica di presidente è solo un fiore all'occhiello di imprenditori o professionisti di grido indaffarati e senza passioni.

Meccanismo di delega che ha generato un'aviazione ingessata.
Chi di voi ha cercato di proporre innovazione all'interno degli Aero Club federati, anche e soprattutto riguardo al volo ULM o altre attività figlie di Dio minore, sa bene quanto il gesso sia duro.

Meccanismo di delega che ha generato un'aviazione elitaria nell'immagine e nella sostanza.
Sono ben pochi gli Aero Club che danno spazio alle varianti "povere".
In pratica gli Aero Club hanno attuato nel tempo un'autoselezione che gli ha allontanati dalla gente comune perché ai Presidenti eletti, nel migliore dei casi, interessano solo gli aeroplani. L'immagine sopra ogni cosa, tanto che l'Aero Club unico per provincia è stato un "valore" difeso con i denti.

Tutti questi fattori sono frutto della delega di voto, il peccato originale che ancora stiamo scontando.
In pratica l'autoselezione lavora all'interno degli Aero Club federati con l'elezione del Presidente. Le attività "povere" vengono poi del tutto private di rappresentanza nella formazione delle cariche che fanno la politica dell'Aero Club d'Italia. Una politica miope che uccide le sinergie, avvizzisce e degrada il Volo.

Negli ultimi lustri il meccanismo di delega ha insediato e mantenuto al potere, fino all'ultimo degrado del sodalizio, già in atto ben prima del commissariamento, l'immarcescibile ed avvinghiato avv. Testa.

Inutile sottolineare come tutto ciò abbia anche fatto mancare l'humus vitale a tutto il settore aeronautico in generale, con risvolti economici ed occupazionali pesantissimi, consideriamo cos'è oggi l'aviazione in Francia. Solo la Legge 106 ed il D.P.R. 404 ci hanno permesso di recuperare un po' di terreno.

Che ci piaccia o meno, dall'ONU al condominio, la politica o la fai o la subisci e l'ingegneria costitutiva di ogni consesso è la base imprescindibile per rendere possibile il successo e per arginare le devianze. Premetto però che le considerazioni che seguiranno circa le possibili devianze hanno valore generale: le regole devono funzionare a prescindere dalla qualità delle persone perché queste cambiano nel tempo.
La storia è piena di disastri causati dalla faciloneria, dall'imprevidenza e dalla sottovalutazione.

FIVU
Non ho il dono della sintesi, la premessa è stata lunga anche perché ho voluto bilanciare, per una volta, il fatto irrazionale che di scuole non parliamo quasi mai e sicurezza troppo poco, veniamo al dunque.
Dopo la transizione di poteri da AeCI a FIVU, ci rappresenterà e guiderà una struttura democratica di nome ma blindata di fatto. Nel sito FIVU potete leggere lo statuto che non prevede l'adesione di singoli ma soltanto di associazioni. Inoltre, in misura minore ma non tanto da cambiare la sostanza, ritroviamo lo stesso meccanismo di delega, il peccato originale, la distanza e lo scollamento tra base dei piloti e Direttivo della Federazione. Infatti le votazioni avvengono attraverso delegati che rappresentano 10 soci (20 soci con una delega di un altro delegato), auspicherei finalmente il voto diretto di tutti gli associati.
La cosa migliore sarebbe poter partecipare alle assemblee in teleconferenza e votare in rete. Penso che in Lista ci siano le competenze per realizzare uno strumento cosi prezioso, anche se il costo fosse consistente sarebbe sempre meno oneroso rispetto agli spostamenti da tutto il Paese.
Con una ipotesi molto più facile e perfino più efficiente perché permette un dialogo ed un confronto meno concitati e più ragionati, in un arco di tempo ragionevole un FORUM potrebbe accogliere i vari contributi alla discussione, le candidature e le votazioni relative. Voti da sommare a quelli dei Soci presenti ed altri raccolti per altra via (posta, fax, ecc.), tutti in modo palese. Sottraendo così anche spazio a giochi poco puliti e scambi di favori. Una nota dei voti espressi fugherebbe ogni dubbio sulla correttezza.
In ogni caso, i modi per comunicare e votare possono essere tecnicamente diversi e complementari tra loro, la cosa importante è che sia estirpato il peccato originale del voto per delega.

Si potrebbe osservare che non ho alcun diritto a muovere obiezioni ad una libera Associazione a cui non sono iscritto ma, dal momento che si propone ad essere la casa di tutti in un quadro istituzionale dello Stato, la FIVU non può sottrarsi al confronto anche duro, deve essere una casa di vetro in grado di accogliere ed interpretare il più vasto pluralismo. Dovrebbe improntare lo statuto ad una rappresentatività facile ed efficace di tutto il territorio e di tutti i piloti, anche di quelli non associati in club che sono poi la maggioranza e non devono e non possono essere esclusi e ghettizzati.
Lo statuto però si modifica con i 3/4 dei voti dei delegati presenti, è evidente che questa è una cruna stretta e che i conservatori pervicaci non vorranno rinunciare alle fortificazioni del voto per delega. Tuttavia, nonostante queste intuibili resistenze, la modifica dello statuto, tesa a rendere veramente democratica la partecipazione di tutti, è la migliore ed irrinunciabile dote da portare all'imminente matrimonio. Senza questo portato l'amore per il volo non è credibile.

Così com'è, il meccanismo di voto è quasi una raccolta di tessere come nella peggiore partitocrazia.
Il voto diretto accorcia le distanze tra praticanti e Direttivo, pone ogni elettore nella giusta condizione di esigere efficienza e quella normale trasparenza che finora è mancata.

Non è difficile fare meglio di quanto ha fatto l'AeCI ma, senza una democrazia vera, il cambiamento sperato da tutti non potrà che essere parziale e deludente, saremo ancora sudditi di una struttura che sentiremo estranea e non artefici del nostro Volo.

PROPOSTA DI LEGGE 2636
In ogni caso, l'adeguamento dello statuto, mirato appunto all'elezione diretta, è imposto con chiarezza dalla proposta di Legge presentata in data 11 Aprile 2002 dall'On. Giovanna Bianchi Clerici che ringrazio per la squisita sensibilità democratica. Il testo è stato riportato recentemente in Lista (Deo gratias),
http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/sk3000/articola/2636.htm
Trascrivo integralmente le parti relative all'aspetto in esame.

Art. 2 comma 3. Le federazioni degli sport dell'aria confederate nell'Aero Club d'Italia sono rette da norme statutarie e regolamentari improntate ai principi di democrazia interna e di partecipazione all'attività sportiva da parte di ogni praticante in condizioni di parità e in armonia con l'ordinamento sportivo nazionale ed internazionale. A tale fine gli statuti prevedono procedure elettorali che garantiscono, negli organi direttivi, la rappresentanza di atleti, tecnici sportivi e dilettanti.

Art. 4 comma 1. Con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da emanare entro un mese dalla data di entrata in vigore della presente legge, è nominato un commissario straordinario.

Art. 4 comma 7. Il commissario straordinario ....entro sei mesi dalla sua nomina, redige il nuovo statuto dell'Aero Club d'Italia e un modello di statuto tipo delle federazioni degli sport dell'aria, nel rispetto delle disposizioni di cui all'articolo 2, commi 3 e 4.

Art. 4 comma 8. Le federazioni degli sport dell'aria di cui all'articolo 2, entro tre mesi dalla data di ricevimento dello statuto-tipo di cui al comma 7, provvedono ad adeguare i propri statuti ai requisiti previsti dal medesimo.

Sarebbe molto più di un bel gesto se la FIVU giocasse d'anticipo nell'adeguare subito lo statuto all'elezione diretta espressamente richiesta dal legislatore con parole che non concedono spazio a dubbi: "norme statutarie e regolamentari improntate ai principi di democrazia interna e di partecipazione all'attività sportiva da parte di ogni praticante in condizioni di parità".

Sarebbe invece un'amara sciagura se, lungo l'iter della legge, quell'enunciato che nessuno può pensare casuale "da parte di ogni praticante in condizioni di parità" si trasformasse (non certo motu proprio) in un generico e blando "dei praticanti" ridando così spazio al voto per delega.
Ma quest'ultima considerazione è soltanto una nota di pessimismo perché l'impianto della proposta esprime nettamente l'intenzione del Legislatore. Volontà determinata a creare un organismo vivo, democratico e rappresentativo con le migliori potenzialità, non una consociazione blindata e nettamente minoritaria che si aggiudica in modo permanente la gestione di servizi pubblici.


Ribadisco il concetto detto all'inizio per il quale mi sono preso la libertà di aprire l'armadio.
Perché sono un cittadino italiano, l'On Clerici ed il Ministro Lunardi sono i miei (e di tutti noi) referenti naturali in questa ineludibile problematica, non vedo motivi per nascondere alcunché: in assoluto, sono le persone che più di tutti, insieme ai loro collaboratori, devono avere chiaro il quadro della situazione perché, nelle rispettive competenze, dopo aver elaborato il progetto della Legge, ne seguiranno l'ottimizzazione lungo l'iter ed infine la corretta applicazione. Applicazione che ha come parte fondante le norme statutarie del nuovo AeCI e delle Federazioni.

Lo sviluppo del Volo ULM è merito prioritario dell'azione legislativa che con la 106 ha varato una Legge liberale.
La Legge che uscirà dalla proposta 2636 sarà l'altra pietra miliare per tutta l'Aviazione Italiana.

VOTO - VIZI E VIRTU'
Il voto senza deleghe elimina anche i vizi derivanti dalla sede dove viene indetta l'assemblea dei soci che comporta sacrifici diversi per gli spostamenti da tutto il Paese (quanto meno è legittimo il sospetto che chi sceglie la sede abbia bene in mente la geografia del consenso e delle amicizie).

Il voto diretto, e facilitato il più possibile, assicura la massima legittimità e rappresentatività degli eletti: troppo spesso succede che cariche importanti siano decise in conclave da un pugno di persone non privo di faccendieri. Da sempre i manovratori prediligono giocare in spazi ristretti dove è semplice barattare, insinuare dubbi, imbonire, inventare falsi nemici.

Sempre per la più alta rappresentatività, personalmente sono propenso, almeno per la carica di Presidente, a preferire il ballottaggio tra i due candidati maggiormente votati, mentre per eventuali decisioni vitali ed eccezionali prevedrei anche l'istituto del Referendum.

Il voto senza deleghe mette gli eletti nella condizione ideale di rispondere direttamente soltanto agli iscritti, senza essere ostaggio di gruppi di potere o sentirsi in dovere di rendere favori. Questo meccanismo ha anche un pregio sostanziale che mi sembra irrinunciabile: seleziona preventivamente la qualità dei candidati, incoraggia i non asservibili e disincentiva i meno limpidi ed i faccendieri.

La trasparenza è il migliore biglietto da visita mentre la partecipazione diretta da tutto il Paese è il più felice catalizzatore capace di stimolare il contributo attivo di tutti, per far assumere al nostro gioco meraviglioso, mix di tecnologia, cultura, scoperta e fantasia, il posto ed il progresso che merita.

Il Legislatore ha indicato la FIVU per governare il VDS a motore, non poteva fare altrimenti dato che è l'associazione più strutturata con un numero di aderenti comunque cospicuo.
E' evidente però che, così com'è, la FIVU non ha le caratteristiche rispondenti per ricoprire tale ruolo.
Prima di ricercare alternative, penso che sia più realistico fare un tentativo per migliorare ciò che esiste. Questo però richiede ai Soci ed alla Dirigenza della FIVU saggezza, apertura di dialogo, soprattutto interno, ed il non facile coraggio di cambiare in tempi brevi ciò che è necessario.
La vitalità vera e l'orgoglio si dimostrano con la forza di rinnovarsi dall'interno, non certo con l'arroccarsi reticente o col coprire con il corpo posizioni indifendibili.
Non ci sono cittadelle assediate da salvare dall'invasione di usurpatori perfidi e violenti. Il nostro nemico mortale è dentro le mura, è il concetto del feudo, come quello Aquilano, che, una volta instauratosi al centro, si propaga tentacolare in mille metastasi (gli esempi attivi non mancano, "esamifici" docent).

Il voto diretto ed il rinnovamento, premessa essenziale alla crescita necessaria per includere una vasta pluralità territoriale, sono un magico colpo di spugna sul passato che azzera anche le prevedibili e corrosive polemiche future perché scioglie ogni dubbio sulla legittimità e la funzionalità della FIVU a rappresentarci tutti con quell'armonia e l'unità di cui abbiamo grande bisogno. Unità ed armonia per una Federazione forte che possa conseguire, al massimo grado, tutti i nostri obiettivi.

Più volte in Lista si è chiesto di abbandonare i discorsi fumosi o ambigui per passare alla concretezza avendo il coraggio di esprimere chiaramente le nostre opinioni.
Pur con un certo imbarazzo mi adeguo a questo sano principio. Se la FIVU con realismo prenderà un nuovo corso non vedo come possa farlo riproponendo l'attuale Presidente Erich Kustatscher.
Sarebbe come se Testa restasse a presiedere il nuovo AeCI.

La CSA ci ha mostrato la strada maestra, considerata la totale incapacità dell'Ente "morale" in campo agonistico-sportivo ed in attesa del suo rinnovamento, si è candidata a sostituire l'AeCI in seno alla FAI.
Se la FIVU non trarrà le conclusioni ovvie in tempi brevi, non possiamo attardarci molto sull'Aventino, gioco forza dovremo darci da fare per costituire una nuova Federazione per sostituirla.
Chiamiamola anche Associazione o come volete voi, l'importante è che sia aperta, pulita e democratica. Spero sinceramente di no, ma se così dovessero andare le cose, il nome HANGAR non sarebbe male, ha il contenuto di costruzione e protezione di tutto ciò che vola, il senso di spazio arioso con le porte più grandi del mondo per accogliere tutti, una cattedrale laica, il nido più bello dove piloti ed appassionati si incontrano per parlarsi e sognare e, per di più, avrebbe lo stesso nome della sua culla di nascita.

FEDERAZIONI - AERO CLUB D' ITALIA - PIRAMIDE ELETTORALE
Per finire allarghiamo l'orizzonte alle altre specialità con cui dividiamo la comune passione. Per la stessa ragione per cui mi sono rivolto alla FIVU da semplice pilota, mi rivolgo alle altre Federazioni che hanno una struttura statutaria simile. Ovviamente chiamo in causa anche la CSA che sta dimostrando con i fatti agilità, efficienza e quella vitale intelligenza progettuale che ci serve come l'aria per respirare e volare.
Siccome concorreremo tutti, Federazioni e persone, alla grande casa comune del futuro AeCI dobbiamo fare ogni sforzo per introdurre le innovazioni che ci mettano al riparo dagli errori del passato.

Il Volo è una grande scatola magica.
Pensiamo a quante cose si imparano per pilotare o costruire un modello o un velivolo più o meno complesso. Non esistono altri sport o passioni che racchiudono in sé un così alto contenuto formativo del carattere unito ad un così vasto spettro di conoscenze di alto ed altissimo livello.
Ciononostante, nella Società il Volo non riscuote popolarità, nei media siamo presenti quasi solo quando avviene un incidente. Senza nulla togliere ad uno svago rispettabilissimo, in televisione il Volo appare più o meno come il gioco del biliardo. Sarebbe però miope o sterile populismo dire che tutto ciò non ha una ragion d'essere o che la colpa risiede unicamente nella cialtroneria dei media.
La ragione principale è che stiamo scontando il peccato originale che ha prodotto un AeCI ingessato ed elitario; proprio perché l'AeCI è rigido, avulso ed elitario il Volo non si è integrato nella Società.

AeCI che è stato governato da Presidenti eletti da Presidenti provinciali delegati a questo per statuto.
Presidenti locali che non sono certo estranei alla politica di imporre pedaggi per riassestare il bilancio, anche le gabelle miopi e perverse che penalizzano, nella misura che abbiamo analizzato, la qualità delle scuole di volo ULM. Qualità da cui discende anche, in misura massiccia, la Sicurezza del Volo.

Tanti discorsi per una constatazione univoca e semplice, abbiamo sperimentato ad abundantiam che la piramide elettorale non funziona.

Per non riprodurre gli errori del passato di cui noi praticanti, tutto il settore aeronautico ed in sintesi l'economia e la crescita sociale del Paese, scontiamo e sconteremo ancora a lungo le conseguenze, dobbiamo azzerare la piramide.
Lo strumento di rilancio del Volo e di garanzia democratica per l'elezione del Consiglio e del Presidente del futuro Aero Club d'Italia è il suffragio universale dei praticanti, dall'aeromodellista al pilota acrobatico.

Non dobbiamo accettare i vecchi schemi elettorali ed organizzativi solo perché ad essi siamo mentalmente abituati.
Una pur opportuna o necessaria piramide organizzativa non comporta affatto una uguale piramide elettorale. Questo parallelismo è dettato solamente da un vizio inveterato, da un'abitudine mentale.
Il fatto che le varie Associazioni aderiscano alle Federazioni e queste formino il nuovo AeCI, non impedisce e non è per nulla in contrasto con il voto diretto generalizzato.
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Apro una parentesi per anticipare la madre di tutte le battaglie: con tale sistema elettorale i piloti AG perdono potere a favore dei piloti finora poco rappresentati. E' un diritto che nessuno ci potrà negare.
Sta a noi, con il voto democratico, fare pulizia e combattere il principio del feudo all'interno di tutte le Federazioni per esprimere un AeCI senza le vecchie logiche di sopraffazione ed eleggere democraticamente il Presidente di Tutti che assicuri uno sviluppo armonico di tutte le specialità.

La spartizione selvaggia è segno di miseria umana e spesso di scarsa intelligenza. Quando l'ambito non è sano, basta che qualcuno sgomiti perché gli altri, anziché neutralizzarlo, lo seguano a testa bassa.
Caso mai bisogna riempire il tavolo, non azzuffarsi per afferrare il tozzo più grande di una mensa misera.
La convivenza ha bisogno di buon senso, pulizia e regole, comunque il Legislatore in buona parte ha già provveduto per uno dei punti di maggiore attrito, articolo 2 comma 11: "La quantificazione dei contributi è commisurata al numero dei soggetti praticanti le discipline agonistiche o addestrative, ai costi medi risultanti da apposite tabelle predisposte annualmente dall'Aero Club d'Italia con riferimento a ciascuna disciplina sportiva, nonché ai risultati sportivi riportati da ciascuna federazione."

Termino la parentesi chiamando in causa l'Ateneo del CAP che è depositario dei più alti valori educativi: senza modellare lamiera, inventare marchingegni, tirare rivetti, piallare, resinare, stendere tela, far di conto e controllare il tutto (compresa l'adrenalina dei collaudi) non si vola.
Chiamo il CAP perché è interdisciplinare, la sua Arte è trasversale a tutte le articolazioni del Volo, dal modello all'aereo acrobatico, proprio come dovranno essere i voti democratici.
L'Arte di fare l'Aeroplano richiede passione, fantasia, lavoro, pazienza e concretezza, per creare una cosa robusta ed agile che ci tiene in aria. Guarda caso, tutto quello che ci serve in questo momento.
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Guardiamo la pochezza dell'Aero Club d'Italia e pensiamo alla legittimazione ed alla forza propulsiva e contrattuale che avrà un Presidente eletto direttamente da decine di migliaia di praticanti. Legittimazione e forza spendibili in ogni contesto, non ultimo quello istituzionale (Governo, ENAC, Aeronautica Militare, CONI, ENAV, ecc.). Un Presidente agli antipodi di un tristo avvocato impegnato a perseguitare in tribunale un ultraleggerista forse distratto per una gabella comunque non dovuta.

Un Presidente entusiasta, presente a tempo pieno per promuovere il Volo in tutti suoi aspetti, non un burocrate abbarbicato che ripropone una polverosa elencazione di intenti bugiardi.

Un leader motivato, capace di tenere i contatti con i praticanti per stimolarne la partecipazione attiva.
Per realizzare la partecipazione attiva è indispensabile la sintonia e l'orgoglio di appartenenza. Chi di noi si sente oggi orgoglioso di appartenere all'Aero Club d'Italia?

Un Presidente che, per esempio, va a dire cos'è il Volo in prima serata televisiva con Angelo d'Arrigo.
Angelo è un testimonial che funziona benissimo e potrebbe essere il simbolo giusto per far conoscere tutte le peculiarità positive del Volo in tutte le varianti, cercando di suscitare quel minimo di empatia e di identificazione necessaria per coinvolgere il grande pubblico. Presentando il volo per quello che oggi è, una cosa semplice e non esercizio per top gun. La condizione ferrea però è che dovremo essere convinti noi per primi, soprattutto potendo contare in futuro su scuole di volo tutte assolutamente serie.
Per fare tutto questo ci vuole una regia sana, appassionata ed intelligente, ci vuole ciò che l'AeCI dovrebbe essere ma non è.

Un Presidente ed un Direttivo espressi da tutti che presentano e realizzano un programma intelligente e dinamico con un'attenzione particolare rivolta al motore primo della Sicurezza, a diffondere il Volo nelle scuole di ogni tipo e ad incentivare ed impegnare risorse di ogni tipo per il Volo con mezzi essenziali.

Naturalmente "il libro dei sogni" appena dipinto per il Direttivo del futuro AeCI vale in modo esattamente speculare per il Consiglio e la Presidenza delle singole Federazioni. Organi che non perderebbero alcuna prerogativa nelle loro peculiarità. Tutt'altro, si troverebbero sgravati da una serie di handicap e di pesantezze che sono fonte perenne di attriti talvolta laceranti. Per esempio, le inevitabili discordie ed i conflitti di rappresentanza che si instaurano a livello periferico, il giro delle chiese e le promesse di favori elettorali, i futuri e prevedibili scontri tra le Federazioni per la scelta del Direttivo AeCI.

Pensiamo anche che l'essere sgravati dal "lavoro sporco" appena accennato, rende le Federazioni più libere e pulite per adempiere meglio alle peculiarità vere, in primo luogo la Sicurezza Volo e la promozione. Senza dimenticare il settore agonistico, il problema delle assicurazioni, i raduni, lo snellimento della burocrazia, i rapporti con le Istituzioni (per esempio, per frequenze radio e spazi aerei), ricerca di sponsorizzazioni, aiuti di ogni tipo per le scuole di volo, rapporti internazionali, collaborazioni con le Università, protezione civile, i rapporti con i media, organizzare raid in Italia e all'estero, ecc. ecc.
Quando tutti noi ci sentiremo orgogliosi di appartenere alla nostra Federazione e rappresentarla sarà il segnale che si è realizzato il sogno. Quel giorno il Volo non sarà più soltanto un atto individuale e potremo volare davvero alto in tutti i sensi.

Non voglio affermare con sicurezza matematica che l'elezione diretta garantisca automaticamente questo quadro e queste figure umane, certamente è la condizione che rende la cosa possibile e probabile.
Sta soprattutto a noi individuare le figure motivate e capaci a cui chiedere la candidatura e saremo noi in prima persona ad eleggere i candidati che riterremo più idonei.

CONVENTIO AD EXCLUDENDUM
Ed infine e senza preamboli per questa volta, anche se non fosse vincolata da alcuna regola superiore, in virtù di quale imperioso principio una Federazione si può arrogare il diritto di rifiutare l'adesione ed il contributo della maggioranza dei praticanti composta da coloro che non possono o non vogliono far parte di club ?
Con l'attuale sistema, anche molti piloti che fanno parte di un club sarebbero esclusi perché il club, nel suo insieme, potrebbe non essere propenso ad aderire alla Federazione.
Le Federazioni ed il futuro AeCI non possono respingere i praticanti, hanno bisogno del più ampio sostegno e della più limpida e forte legittimazione.

Le Federazioni non potranno essere proprietà di nessuno, baronie attorno a cui si possano alzare palizzate, essere comunque curatori di valori tutelati dallo Stato e detentori di servizi pubblici fa decadere ogni carattere privatistico.

I ghetti pregiudiziali non hanno mai portato niente di buono quando hanno discriminato piccole minoranze, a maggior ragione in una Repubblica democratica non può esiste alcuna teoria che possa giustificare la grottesca ed offensiva ghettizzazione, l'esclusione dal voto addirittura della maggioranza di chi vola.

Forse le proposte avanzate non conterranno solo pregi, invito tutti ad un'analisi e ad un sereno bilancio, non senza ribadire che i più rosei obiettivi sono pienamente nella nostra portata per la vera rinascita del Volo e, più in generale, dell'Aviazione Italiana che, con i successi degli atleti e la produzione di velivoli e varie attrezzature ULM, ha dato esempi brillanti ed incoraggianti di vitalità.

Se la Legge in gestazione nasce male le conseguenze non potranno che essere "fisiologiche", saranno grandine e ghiaccio sulle nostre ali per moltissimo tempo a venire.
In Sardegna c'è un aforisma che trovo folgorante: "No est a si ne pesare chitzo, est a inzeltare s'ora!". "Non è importante alzarsi presto, basta indovinare l'ora!".
Il senso è similare ma lo trovo più mirato ed icastico del più diffuso "cogli l'attimo".
La trasformazione in atto può diventare la più squallida spartizione delle spoglie AeCI conservando tutto il peggio del passato. Se invece ci vogliamo alzare in piedi, questo è il momento di essere belli vispi.

Spero di aver portato un contributo e mi scuso di qualche passaggio duro o supponente.
Per rendere il quadro della situazione, anche nelle sue conseguenze, i toni non si possono smorzare più di tanto. Ai meno attenti faccio però notare che non ho detto che è tutto da buttare, se avessi voluto fare polemica distruttiva o demagogia populista, la carne da mettere al fuoco non mancava.
Se tutto va bene non c'è ragione per cambiare: per forza di cose ho sorvolato sul lavoro di tanti di noi che ci ha portato a traguardi che un ventennio fa erano impensabili mentre ho dovuto evidenziare le storture, anche quelle non volute e quelle potenziali.

Auguro un fattivo futuro rinnovando la stima e la gratitudine all'On. Clerici, al Ministro Lunardi e alla Lista, agorà di 700 piloti tra i più motivati a cui chiedo di portare anche all'esterno il dibattito su questi temi. Hangar è uno strumento prezioso (un grazie sentito a Flavio & C) che mette insieme tutto il Paese, per dirci alla luce del sole i pensieri e ciò che succede, premessa essenziale per l'analisi della nostra realtà in movimento ed un apporto informato da parte di tutti al Volare prossimo e meno prossimo.
Uguale augurio alle Federazioni, alla CSA ed al CAP che non possono non cogliere l'attuale ed irripetibile occasione di rinnovamento e di sviluppo.
Per ultimo saluto la Stampa di settore che ha in mano uno strumento potente per crescere insieme.
Se il futuro del Volo sarà bello o brutto dipende solo da noi, dalla nostra voglia e capacità fare progetti, di interpretare i fatti e la loro genesi per orientare le scelte fondamentali che si stanno concretizzando.

Luciano Piras