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Riassunto della procedura di atterraggio

 

Avendo spiegato ogni passo della procedura d'atterraggio – qualcuno potrebbe lamentare in modo eccessivamente dettagliato – pare ora opportuno riassumere che cosa è stato detto. Nessun atterraggio dovrà mai essere affrontato in modo casuale. Se osservate un professionista, anche il Comandante di un grosso aereo di linea, lo vedrete comportarsi in modo da far sembrare tutto facile. Ma nulla starà sfuggendo al suo controllo nello svolgimento di questo compito. E' il pilota sciatto, seduto pigramente ai comandi, che vede un avvicinamento "lungo" evolvere da pessimo ad impossibile, che finisce per atterrare a metà della pista, fermandosi in una nuvola di fumo, dispersa dalla brezza fra il puzzo di gomma bruciata.

Pertanto, per dare un po' di solidità alle vostre prestazioni d'atterraggio, ecco le regole auree da ricordare:

L'avvicinamento

1) Un buon sottovento è essenziale per un buon braccio di base.

2) Una buona base è essenziale per un buon finale.

3) In base estrarre mezzi flaps, regolare la velocità e la potenza.

4) Eseguire una graduale virata in finale, allineandosi con l'asse pista a non meno di 80-100 m di quota.

5) A meno che vi siano forti raffiche o vento al traverso, estrarre tutti flaps.

6) Coordinare l'elevatore e la potenza per ottenere un sentiero di discesa costante alla velocità di approccio iniziale. Se la situazione visibile sul parabrezza cambia, indicando un arrivo "lungo" o "corto", non serve a nulla starsene seduti immobili, nell'attesa sopravvenga qualcosa che migliori la situazione, perché è assai probabile che le cosi peggiorino ulteriormente.

7) In corto finale lasciar stabilizzare l'aereo alla Vref e prestare attenzione alla eventuale turbolenza od al gradiente di vento, aumentando immediatamente la potenza se il rateo di discesa dovesse aumentare in modo preoccupante.

8) Mirare ad un punto di contatto che deve rimanere fisso sul parabrezza durante tutto il finale.

L'atterraggio (Figura 22)

1) Quando la terra sta venendovi incontro, guardate lungo il fianco sinistro del muso per individuare il punto della richiamata. Quando questo arriva, tirare la barra per interrompere la discesa.

2) Una volta che la traiettoria è divenuta orizzontale, chiudere dolcemente la manetta. Mantenere l'allineamento con l'asse pista, in modo che ci sia spazio per scartare a destra ed a sinistra qualora fosse necessario, senza uscire fuori.

3) Guardare lungo la parte sinistra del muso, spostando lo sguardo da una posizione abbastanza vicina all'aereo (ma non così tanto da avere una visione indistinta) al fondo della pista.

4) State attenti a cogliere l'accenno dell'aereo ad affondare e considerate questo come un segnale per sostenere la retta.

5) Con la mano sulla manetta, fate andare lo sguardo avanti ed indietro. Ritardate il contatto con una progressiva trazione sulla barra. Se si sviluppa una "bolla" resistete alla tentazione di picchiare. Mantenete l'elevatore dove si trova; date un po' di potenza per ridurre il rateo di discesa e poi controllate l'ulteriore tendenza alla discesa tirando la barra. Chiudete la manetta e state pronti al contatto imminente (Figura 23). Cercate di toccare con un assetto cabrato, prima con il carrello principale.

6) Al contatto, state attenti all'abbassamento del muso, che dovete prevenire mantenendo una certa trazione della barra.

7) Lasciate appoggiare dolcemente il ruotino anteriore sulla pista mentre la velocità si riduce. Allora (e solo allora) frenare, dapprima a colpetti poi a pressioni più lunghe man mano che la velocità si riduce.

8) Liberate la pista ed eseguite i controlli post-atterraggio.

Senza dubbio, una delle esperienze più soddisfacenti in aviazione è un atterraggio veramente ben fatto, quando le ruote accarezzano la pista. Abbiate fede, che con un po' di esperienza ed utilizzando la tecnica descritta nelle pagine precedenti, uno può salire su di un aereo che non conosce, completamente diverso da quello che pilota di solito e tirarne fuori un atterraggio decente. Il fatto che vi possiate trovare seduti in cabina ad un'altezza doppia sembra avere scarsa importanza.. Con l'esperienza, un buon pilota "fotografa" la situazione rullando per il decollo, per poi ricordarsene durante l'atterraggio, percependo la distanza da terra, contrastando il rateo di affondamento con l'elevatore durante la parte conclusiva della retta.