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Italy 2001

Negli ultimi cinque anni abbiamo sempre organizzato un giro in Europa in collaborazione con il Club di Volo Ultraleggero di Eshott.
Quest'anno siamo ritornati in Italia, dove eravamo stati ottimamente ospitati due anni fa. Questa volta era nostra intenzione poter trascorrere più tempo con i piloti italiani.
Il gruppo era composto da otto delta-motore, ossia tre Quantum 912 di stanza ad Eshott, un Quantum 912, un Blade 912 ed un Blade 582 provenienti da Peterlee (tre fratelli assieme al loro padre settantenne), ed infine da Nottingham un Quantum 912 (il sottoscritto) ed un Blade 503.

Il gruppo è partito da Eshott circa alle 9 del mattino di Venerdì 25 maggio, per arrivare ad Abbeville alle 8 di sera, e passare la prima notte in un motel del posto.
Le due giornate successive sono state occupate dal volo verso sud, via Nangis, Chalon, lungo la valle del Rodano fino a Montelimar ed ancora fino a Fayence, presso il confine italiano.
Speravamo che la tratta successiva attraverso il confine, potesse essere condotta a bassa quota lungo la costa, all'interno del CTR di Nizza, ma purtroppo il controllo di Nizza è stato di opinione diversa, pertanto abbiamo dovuto portarci a 5 miglia dalla costa e costeggiare il CTR volando per 30 miglia sul mare. Siamo infine arrivati alla nostra destinazione presso Fossano, dove si trova un campo volo privato di proprietà di Federico Vallauri, un elicotterista dell'esercito in pensione.

Federico ci ha accolti calorosamente, procurandoci il carburante ed il trasporto al locale "abbeveratoio".
Gli ultraleggeri in Italia non possono utilizzare gli aeroporti, pertanto tutte le tappe successive avrebbero dovuto vertere su campi volo per ultraleggeri.
La nostra sosta successiva è stata più all'interno della pianura padana, al Club Astra (Mezzana Bigli), dove siamo nuovamente stati accolti molto bene.
Da lì, siamo andati a Medicina, vicino a Bologna, dove ci avevano assicurato la presenza di un bar, un ristorante e possibilità di dormire. Le promesse sono state mantenute, e notevoli quantità di birra, vino e cibo sono state presto a portata di mano, completate dal karaoke e da lezioni di ballo!
Dopo la lunga e dura nottata a Medicina, abbiamo concordato per un paio di giorni di riposo in un bel posto sull'Adriatico in grado di fornire le stesse cose. Dopo avere cercato un consiglio in merito, il gruppo (senza di me) si è diretto a Fano, sulla costa.
All'arrivo ci sono stati dei problemi, ci avevano detto che a Fano accettavano gli ultraleggeri, ma il direttore dell'aeroporto, anche se gentilmente, ha detto che se i mezzi ed i piloti si fermavano lì, avrebbe dovuto avvertire "le autorità". Dopo una rapida consultazione, si è deciso di rischiare il confronto con "le autorità", poiché risultava difficile trovare qualcosa di meglio.
Come ci si poteva aspettare, non se ne è saputo più nulla, "le autorità" non sono state disturbate, poiché non avrebbero proprio potuto farci nulla. Mentre tutto questo stava succedendo, il sottoscritto ha colto l'occasione di volare fino a Pratello, vicino a Pisa dove era in vacanza un altro pilota di ultraleggeri, Giorgio Frank.
Giorgio ci è stato di grande aiuto nel programmare i nostri voli in Italia, ma il contatto è sempre stato limitato alla posta elettronica, pertanto ho pensato che una visita personale fosse necessaria.
Il volo ne è valsa la pena, poiché Giorgio si trovava in vacanza in un castello in mezzo alla Toscana, posto sul fianco di una collina, con fantastici panorami sull'area circostante. Abbiamo concluso la giornata con un volo lungo la costa nel magnifico calore dell'estate italiana (volando in pantaloncini e maglietta), atterrando a Punta Ala, 60 miglia a nord di Roma, presso un altro club di ultraleggeri gestito da "Sirgio", che anch'egli non avrebbe potuto far di più per aiutarci.

L'indomani seguiva un volo attraverso gli Appennini per ricongiungersi con il resto del gruppo a Fano ed approfittare di tutte le "delizie" che ci si potevano aspettare in quel posto. Un passaggio in volo lungo la costa per avvertire del nostro arrivo ed ecco un altro ultraleggero che si posa a Fano (questa volta, nessuna reazione).
Appena siamo arrivati il vento è parecchio rinforzato e le vele che erano "presumibilmente" picchettate stavano per andarsene per conto loro lungo la pista. Un'azione rapida ed una telefonata hanno evitato ciò che poteva essere un disastro.

La settimana era passata in fretta, era ormai Venerdì pertanto abbiamo deciso di rifare rotta verso nord. Molti membri del gruppo hanno a questo punto considerato la possibilità di attraversare l'Adriatico e costeggiare la costa della Croazia, che ci era stato detto sarebbe stato un volo piacevole. Parecchi membri hanno opposto un veto a questa ipotesi, che per questa volta è stata dunque accantonata.
La nostra rotta verso nord ha comportato un altro lungo sorvolo di mare (40 miglia), poiché il controllo militare di Rimini e Cervia si estende parecchio verso l'interno. In Italia, gli ultraleggeri non possono comunicare sulle frequenze aeronautiche, pertanto non sarebbe stato possibile contattare l'Ente di controllo. La nostra successiva ed ultima (?) tappa in Italia è stata Codigoro, un campo volo e club di ultraleggeri di proprietà del fattore. All'arrivo a Codigoro siamo stati sistemati tutti nella fattoria, ci è stato preparato un pasto al tavolo della cucina (grande abbastanza da accoglierci comodamente tutti e dodici) ed ancora danze dopo mangiato.
Un'altra bella serata.
Il mattino successivo il fattore ci ha procurato il carburante, ci siamo quindi avviati verso "Portoroz" in Slovenia, costeggiando lungo la rotta Venezia e le lunghe spiagge del Lido. Quindi un ulteriore sorvolo di mare, di sole 12 miglia questa volta, verso "Portoroz".
Questo è probabilmente uno dei posti più belli per un aeroporto internazionale, in una verde vallata nell'immediato entroterra. Abbiamo deciso che era una possibilità troppo favorevole per essere persa, pertanto abbiamo dovuto fermarci a "Portoroz" per la notte. Si tratta di una vivace cittadina che merita certamente una visita, se ne si regge il ritmo.

Come richiesto in Slovenia, il mattino successivo abbiamo compilato un piano di volo verso "Cervia" (Cervignano? ndr), un piccolo aeroporto nel nord-est.
Tutto è andato bene, a partire dal sorvolo di quello che potrebbe essere il più affascinante dei paesaggi europei, con verdi valli e colline che si rincorrono fra di loro. Ma le nuvole stavano diventando scure e molti temporali si stavano scaricando nella zona.
Poi, a circa 10 miglia da "Cervia", i lampi hanno iniziato a balenare davanti a noi. Non c'era alcun altro posto dove dirigersi, a parte il campo cui eravamo diretti, così era proprio il caso di tirare la barra ed arrivarci al più presto possibile.
Siamo atterrati tutti felicemente in tempo per trovare un "hangar party" in piena azione, cui siamo stati ovviamente invitati a partecipare. Dopo aver assicurato i mezzi, siamo stati più che contenti di accettare. Con tutto il cibo e le bevande che c'erano a disposizione, ci siamo temporaneamente dimenticati delle meteo, fin tanto che il temporale è andato intensificandosi. Allora i tavoli sono stati velocemente smobilitati e mani amiche hanno portato velocemente i nostri mezzi nell'hangar, al riparo dal temporale.

Un altro giorno ed un altro paese, questa volta direttamente nel cuore dell'Austria. Spostandoci verso nord abbiamo perso il caldo clima soleggiato dell'Italia ed abbiamo incontrato i turbolenti venti sottovento delle Alpi, mentre ci spingevamo verso la nostra meta successiva a Punitz Gussing. Per un po' il tempo è migliorato leggermente, mentre ci avvicinavamo volando verso nord al confine tedesco, facendo una tappa di rifornimento a Wells e quindi dirigendo su Schading Suben.
Gli ultimi tre giorni del giro sono stati caratterizzati dal comune desiderio di tornare a casa, con il tempo in peggioramento e con il rischio che le cose si mettessero tanto male da rendere impossibile il rientro per il fine settimana.
Avvicinandosi al confine del Belgio, abbiamo incontrato un fronte freddo che ha causato la disgregazione del gruppo, con il drammatico intensificarsi del vento e della turbolenza. Sei mezzi si sono diretti su Aachen (Aquisgrana), un grande aeroporto che non riceve normalmente ultraleggeri, ma che viste le circostanze ha fatto un'eccezione, siccome il vento in finale veniva dato a raffiche fino a 36 nodi.
Gli altri due mezzi, uno dei quali era il Blade 503 erano rimasti molte miglia indietro ed avevano gravi problemi di controllo, pertanto sono stati costretti a dichiarare emergenza a Norvenich, una vicina base militare.
Qui la situazione stata considerata seria abbastanza da smuovere tre mezzi antincendio, due ambulanze ed un veicolo di militari armati, tutti muniti di lampeggianti, che ci inseguivano lungo la pista. Un po' di esagerazione, ma la scena avrebbe meritato una bella fotografia, se noi non fossimo stati così preoccupati.
Dopo tutto, ci hanno poi assistito molto bene, concedendoci l'hangaraggio per la notte, offrendoci il pasto serale ed aiutandoci per la sistemazione notturna. Il giorno seguente il tempo era migliore e siamo arrivati tutti in Inghilterra per il venerdì sera.
Solo un altro inconveniente minore, il pilota del Blade 582 in una delle tratte sulla Germania ha dimenticato di commutare il serbatoio, causando una facile emergenza. Tutto è andato bene, è atterrato ed ha riacceso il motore senza problemi. Fatti e numeri
2750 miglia percorse
122 miglia di sorvolo del mare
Attraversate sei nazioni
Velocità media al suolo 62 miglia orarie