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Vaderetrum del piRlota
"Un giro campo lungo 12 minuti! - di Andrea "

13/11/2004

Cari amici della lista, voglio raccontarVi una cosa successa questa mattina che come tante altre vicende di questo genere, poteva essere evitata con un pizzico di giudizio in più al momento giusto... Sono le nove della mattina, sono appena arrivato al campo di volo (in provincia di Padova alla base dei Colli Euganei) e c'è foschia, valuto la visibilità in circa 800 mt, vedo... non proprio distintamente gli alberi del circondario, il campanile e così via.

Il gestore, vedendomi tirar fuori l'aereo, mi dice che secondo lui non si può mica volare con questo tempo, io lo rassicuro e gli dico che non ho intenzione di andarmene in giro, ne approfitterò invece per fare un pò di atterraggi di precisione decollando e rimanendo in sottovento stretto per non perder di vista il campo. Cammino fino a metà pista, metto il riferimento per la "toccata di precisione" e mi dirigo sicuro all'aereo.

Controlli di rito, caschetto, occhialoni, cinture e via dall'elica. Via il cronometro, manetta avanti e si comincia a correre, mi stacco da terra ma mi mantengo basso in volo radente, mancano ancora 200 mt alla fine della pista e prima di alzarmi di quota voglio vedere cosa si vede con questa foschia, arriva la testata e sono a diciamo 20 mt da terra, tutto OK, tiro la barra, viro a sinistra e qui all'improviso succede quello che da terra non ero riuscito a valutare e vedere, in un secondo tutto intorno a me diventa bianco, sopra, sotto, di fianco, in mezzo, dappertutto, sono nel bel mezzo di una nube!!!

Sono attimi, cerco d'istinto il terreno, cerco la pista, "decido" di mantenere la virata, cavolo la pista è li di fianco da qualche parte a cento metri, com'è possibile che non la veda, non vedo niente, solo bianco davanti e sotto, il terreno dov'è, qui mi schianto!!! Raddrizzo e punto in alto, la bussola è stabile, la pallina al centro, il motore al massimo e la velocità è quella di salita, mi sento come se stessi girando vorticosamente su me stesso ma tengo duro, sò che devo guardare solo gli strumenti, il bianco diventa sempre più intenso, alcuni effetti tipo arcobaleno e tutto d'un tratto arriva il cielo azzurro e terso, sono a 150 mt di quota!

La salita è quindi durata un minuto, ma a mè è sembrata un'ora. Giù il muso indietro la manetta, velocità di crocera e di fronte a me vedo le cime dei colli spuntare da un mare di panna montata a 360 gradi fino all'orizzonte. Solo sul lato sottovento di uno dei colli vedo una zona temporaneamente "libera" da nubi e incredibilmente limpida, il diametro del buco è di circa 1 km, lo sorvolo sul limite est e passo sopra l'uscita autostradale, so che sono esattamente a 2.5 km dal campo... La testa ricomicia a funzionare, salgo per vedere se c'è qualche altra apertura, ma niente, cazzo ho perso in contatto col campo e qui potrebbe chiudersi tutto da un momento all'altro. Comincio a cercare per un precauzionale, per fortuna ne vedo già un paio di buoni, il terreno è verdino, niente cavi e niente fossati.

Continuo ad orbitare "sulla mia botola aperta sul mondo" e comincio a prendere decisioni. Di lasciare la zona per il momento non se ne parla e se accenna a chiudere di brutto scendo sul precauzionale, però ho un'ora di autonomia e ho tutto il tempo per provare a ritrovare la pista, devo mantenere tassativamente la quotà e soprattutto la lucidità, se decidessi di fare delle affondate potrei trovare cavi e campanili, devo essere molto prudente e procedere solo se sono assolutamente sicuro che davanti è libero. Altro problema, c'è il pericolo di non poter condurre un'emergenza in caso di piantata, speriamo che almeno il motore, non faccia scherzi.

Sul lato est del buco c'è l'uscita autostradale, da lì mantenendo la rotta per zero nove zero per un minuto e mezzo dovrei passare sulla verticale del campo, dico dovrei, perchè su questo biplano non ho il GPS, quindi si tratterebbe solo di uno stimato. Provo il primo passaggio ma sotto ci sono solo nuvole, dovrei esserci, provo ad abbassarmi e di colpo tutto ridiventa bianco, mi sento di nuovo disorientato, la sensazione che si prova è terribile, lo spazio sembra perdere le sue dimensioni... tiro su di nuovo il muso e ritorno al punto di partenza.

Per fortuna al terzo tentativo sembra che la sommità delle nubi si sia abbassata a 80/90 mt, seguo la rotta con le ali "posate sulle nuvole" e tra le trasparenze che fugacemente appaiono, vedo d'improvviso scorci di terreno, eccola, vedo un "pezzo" di pista passarmi sotto, cerco di tenerle lo sguardo inchiodato ma riscompare in un lampo. Vedo con la coda dell'occhio a nord di dove avevo visto il campo una casa gialla, quella forse per il colore, continuo ad "intravederla", anche se ad intermittenza. Senza perderla, faccio una virata a scendere a sinistra tenendola al centro immaginario della parabola che sto eseguendo, la vedo attraverso la nuvola ma non vedo il terreno che dovrebbe essermi sotto, stringo e stabilizzo la quota a 50 mt, mi ci allineo, la sorvolo poi più niente..., il cuore a mille, un secondo di bianco che dura un'eternità e di colpo ecco comparire come in un'apparizione mistica la testata pista davanti a me, ok ci sono dentro, via motore e giù adagio, una riattacata con conseguete altro giro campo proprio non voglio farla, sento il terreno sotto i carrelli e ricomincio a respirare, libero a destra e stop al cronometro: 12min e 57 sec.

A voi le conclusioni...
è bella la vita...