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Pino, I - 1550

NESSUN POSTO E' LONTANO

DIARIO DI BORDO DEL RAID RUBBIANO (PR) - PISTICCI (MT) ESEGUITO CON L'UNICO AUSILIO DELLA CARTA AERONAUTICA.

Nessun posto è lontano

Vi descrivo il "raid" personale al tempo presente, come me lo ricordo, senza omettere i vari errori di valutazione e di leggerezza che ho commesso.

Sono in testata pista del campo di Rubbiano creato in un agriturismo, ho gia fatto tutti i controlli prevolo, i controlli del motore, una controllata agli strumenti che si vedono a malapena perché non c'è ancora luce a sufficienza, manca poco alle cinque di mattina.
Mi son alzato alle tre e trenta e, dopo le operazioni di risveglio, bisogni fisiologici, sciacquatina e colazione, ho chiamato la torre di Bologna per avere i Metar di Bologna ed Ancona, ed i Taf di Pescara e Bari: tutto CAVOK con vento inesistente o 5 nodi, splendido.
Adesso comunque c'è abbastanza visibilità, quindi do' motore ed il mio Beaver comincia a muoversi scodinzolando come un cane che ti fa le feste.
Di luce non è che ce ne sia in abbondanza, infatti guardo alternativamente a destra ed a sinistra i cinesini, per esser certo di essere in centro pista. Rotazione. Come un 747 il Beaver si stacca lentamente dal campo, do' piede sinistro per contrastare l'imbardata, e, dopo 300 piedi alleggerisco il gas.
Lascio Fornovo alla sinistra virando verso Est e continuo la salita verso i 2000 piedi d'indicata, per superare le colline che mi dividono dalla val Baganza.
Ecco superato la cresta della collina vengo investito frontalmente dalla luce proveniente da Est, e gli strumenti non riesco a leggerli: poco male, vado ad "orecchio".
Dinanzi a me si stende la Pianura Padana, un'enorme distesa di luci dei centri urbani e delle fattorie, oltre che delle fabbriche non ancora spente, le quali mi fanno pensare ad un firmamento con le sue galassie, nebulose e stelle isolate. Oltre, dove arriva lo sguardo, si vede la luce rosso-arancio del sole che presto sorgerà, mentre alla sinistra, in fondo si stagliano le prealpi Lombarde e Venete.
Adesso finalmente riesco a vedere bene gli strumenti, quindi faccio i controlli di crociera, e noto con piacere che, con l'anemometro ad oltre 90 all'ora, richiede solo 5000 giri di gas: l'aria fresca del mattino giova al motorino (503 bicarburatore) , di solito servono 5500 giri.
Ma non è l'unica sorpresa positiva, in quanto vedo che sui check point stimati sono in anticipo; si vede che ho un vento in coda che mi da una velocità ground maggiore di quella indicata: bene, così consumerò meno ed arriverò prima al mio target: Pisticci ( MT)
Nessun posto è lontano!

Davanti a me si staglia la collina dove è ubicata la chiesa di S. Luca, protettore di Bologna (almeno credo!) la quale sembra essere a guardia della sua città che si estende ai suoi piedi.
Per non interessare la CTR di Bologna devo sorvolare tal luogo di culto, devo fare 2500 piedi, una piccola variazione di quota, perché son rimasto dal decollo a 2000,visto che costeggio le colline dell'Appennino Emiliano.
Uno sguardo alla Dotta che si sta svegliando, ma è già abbastanza attiva (son solo le sei), tra le varie torri e campanili che svettano sulla città vecchia, noto le torri della Garisenda e degli Asinelli, mentre al Marconi un "collega" frena la corsa del suo MD 80 appena atterrato sulla pista.
Il vento in coda che mi spingeva discretamente fino a poco fa, comincia a fare il maleducato: adesso ha cambiato direzione sospingendomi da ore 4, con maggiore intensità tanto da costringermi a contrastarlo di piede per non andare di traverso come un cane.
Controlli di crociera, tutto OK, solo questo vento che mi disturba e mi fa stancare il piede, quindi mi lascio trasportare dal vento per qualche minuto, anche per guardare le carte e la pianificazione.
Dunque,… Imola superata,…Faenza superata, check point preciso, quindi ho perso l'anticipo che avevo accumulato, colpa di questo vento ormai quasi al traverso, credo….. OPLA! Mi son allontanato dalle colline!
Guardo davanti, ed ad ore undici, a 5 o 6 miglia c'è una striscia d'asfalto: l'aeroporto di Forlì! Viro a destra d'istinto dopo essermi guardato in giro in cerca di traffico, tolgo motore per scendere sotto i 1000 piedi.
Noto con piacere che il cielo è "deserto" come anche la pista, così dirigo verso il campo di S. Arcangelo tenendomi a ridosso delle colline. Devo andare giù in quel campo, come pianificato, per cambiare serbatoio.
Il Beaver ha in dotazione dietro il sedile del passeggero, un serbatoio di trenta litri, al massimo due ore di autonomia senza riserva, un handicap che mi ha impedito di iscrivermi al "Raid dei due Mari" (esclusione dovuta anche a motivi di lavoro, dovevo finire un tetto, ahò, faccio il muratore!) allorquando ho deciso di fare questo raid, ho chiesto a Mira, mia moglie di venire con me, lei m'ha risposto: No! Mi ven miga, son miga mata! Mi stag a ca'.
Allora ho cercato di cogliere il lato positivo della faccenda: il suo peso lo sostituisco con della benzina per aumentare l'autonomia. Ho preso un tanicone (dico tanicone non Taricone) e l' ho piazzato al posto della passeggera mancata, ci ho infilato una canna per carburante, l'ho collegato con un T all'altro serbatoio ed al filtro, ci ho frammesso due valvole di chiusura, e cosi ho ricavato un'autonomia di 5 ore o giù di lì.
Però ogni circa due ore devo fare cambio di serbatoio, e questo va fatto a terra, anche in modo di potermi sgranchire le gambe, effettuare qualche "dovere" fisiologico, e quant'altro. Ecco là il torrente nel cui greto e stata ricavata la pista che sto cercando.
Attraverso il torrente, eccola, ..no non lo è, vado più a monte, no, non c'è, ripercorro il greto verso valle, ormai sono alle prime case del paese! Non può essere eppure la carta dice che dev'essere qua!
Comincio a pensare che la scelta di lasciare a casa il GPS non sia stata delle più brillanti! Però il comandante Silvio Marrone di L'Aquila, ha faticato tanto ad insegnarmi la navigazione ed io voglio onorarlo. Ho rifatto tutto il tratto del torrente ancora verso monte: niente! Eppure la carta….adesso la controllo: ecco dev'essere qui sotto a des… no a sinistra del torrente! Infatti eccola! Un altro dei miei errori. Ho portato con me la carta per il VDS dove ci sono tutti i campi volo, ed una carta stradale più chiara dove ho riportato solo i campi che m'interessavano, e nel riportare questo campo l'ho disegnato nella sponda opposta!
Poco male ormai sono a terra, cambio selettore di serbatoio, controllo generale al mezzo, una pis..ops scusate, mi mangio due o tre biscotti, mi alleggerisco di un po' d'indumenti, e poi mi preparo al decollo: sono le 7,45 e devo fare la tratta fino a Valvibrata, è lontano! No...
Nessun posto è lontano.

Dopo il decollo mi dirigo in direzione Sud-Est in un corridoio tra S. Marino e l'ATZ di Rimini, come mi aveva suggerito per telefono un pilota di S.Arcangelo. Il vento adesso è più che fastidioso, mi arriva da Sud-Est, quasi contro, e mi rallenta notevolmente.
Scorrono lentamente alla mia destra, le mura e le torri della rocca di S. Marino in sommità al monte Titano, mentre alla mia sinistra, ad alcune miglia la pista dell'aeroporto di Rimini sembra una lama che fende un prato verde nel mezzo una marea di case senza discontinuità.
Lascio abbondantemente alla sinistra le città di Pesaro e Fano, e devio ulteriormente a destra, verso Ovest per non interferire con l'ATZ di Ancona, ma volo maledettamente male.
L'aereo continua a ricevere vento sfavorevole da Est, e per contrastarlo do piede in maniera abbastanza pressante, tanto che comincia a dolermi, ho paura che mi prendano i crampi.
Le previsioni dettatemi questa mattina dalla torre di Bologna, davano vento nullo o massimo 5 nodi, non vorrei che ci sia stato un problema strutturale, qualche tela rotta o qualche rinvio del timone di coda danneggiata!, non è possibile che con 5 nodi di vento, io voli così male.
Adesso atterro alla prossima pista: sulla carta c'è Jesi. Altre tre valli e ci sono. Ecco la valle, la città di Jesi, il fiume, a monte ci sarà la pista: eccola, in una azienda agricola.
La manica gira ogni due secondi da una direzione diversa, il campo è un pò "infossato", ed a pochi metri lungo l'asse longitudinale ci sono degli alberi di alto fusto che ondeggiano vistosamente. Faccio un circuito, poi in finale.
Il Beaver mi sembra un puledro insofferente alla sella, salta su e giù, tengo motore dentro, corto finale molto veloce, oltre 90 all'ora, se riesco a toccare senza rompere avrò il tempo di smaltire la velocità.
Adesso richiamo, son ancora veloce ed aspetto di smaltire la velocità per non rimbalzare, quando una raffica mi alza un'ala, facendomi toccare la ruota del carello opposto a terra. Contrasto ed anche l'altra ruota tocca, freno violentemente e mi fermo abbastanza in sicurezza.
Però che sudata!
Chiamo torre Bologna, per ragguagli sulle condizioni meteo,ed il tizio mi risponde di chiamare un altro numero perché non è abilitato a rispondere, e chiude. Beh, stamattina a questo numero mi hanno dato soddisfazione, perché adesso no? Boh!?
Son le 9,10, sembra che il vento si sia calmato, ci riprovo. Se trovo difficoltà o atterro in un prossimo campo, o torno qui. Dopo il decollo, abbastanza tranquillo dirigo decisamente verso l'Abruzzo. Il vento adesso è più teso, meno turbolento ma, volando di valle in valle, all'approssimarmi alle colline, il mezzo tende a perdere vistosamente quota fin quasi a sfiorarle, ma appena prima delle sommità ricevo una spinta dal basso, tanto che devo diminuire il gas, e per questo faccio più quota, portandomi a 3000 piedi d'indicata, in modo da superare le creste con circa 1000 piedi di franco, sperando di non trovare traffico lungo la rotta.
Sono ormai le 10 e son prossimo a Valvibrata. Continuo a volare di traverso, e sono di oltre mezz'ora di ritardo sui chek point. Ecco la valle del Tronto con l'autostrada che porta ad Ascoli, prolungando una retta che collega il paese di Centroguerra a quello di Neretto, troverò l'aviosuperficie di Valvibrata.
Non sorvolo i paesi e li tengo alla mia sinistra, ah, ecco la pista, è in erba, ma ci hanno fatto anche i pettini di testata pista! Però la pensavo più lunga, infatti faccio fatica a fermarmi prima del terrapieno. Guardo l'hangar, c'è scritto: Country fly, e non c'è nessuno: dovevano aspettarmi con la benzina! Chiamo il Boss del campo al telefono, e mi rimprovera di aver sbagliato campo! Il suo è a soli 5'! In effetti io non son stato su quella ipotetica retta, ma ho virato a destra.
Poco male, adesso ho raggiunto l'aviosuperficie di Valvibrata e mi accingo a far rifornimento. Mi hanno preparato 60 litri di super ed un pilota si presta per aiutarmi. Preferisco far da solo, ho tutto l'occorrente per fare miscela e per travasare. Terminato le operazioni, dopo un caffè all'agriturismo che ospita la struttura aeronautica, chiedo al pilota di poc'anzi il prossimo campo sulla mia rotta: Termoli.
Porca putt...! Oltre due ore di sbattimenti tra le colline! Considerando l'ora, è mezzogiorno, ci sara da ballare il bogie wogie (si scrive così?). Allora l'interpellato, in un perfetto Italiano-Abruzzese mi consiglia di fare il mare. Gli faccio notare che per evitare l'ATZ di Pescara, o devo fare le colline, o devo andare a 5 miglia nel mare. Allora lui:- Siamo d'accordo con la torre di stare a non oltre 150 metri sul mare e non piu vicino di 200 metri dalla costa. Per loro sta bene così.-
Per me è un invito a nozze, controlli prevolo, VIA DALL'ELICA, e decollo in fretta. Devo andare lontano…..
No, nessun posto è lontano

Sul mare il volo è molto più tranquillo, anche se non mancano, di tanto in tanto delle turbolenze di tutto rispetto.
Sono prossimo a Pescara, e non vedo l'ora di passare questo"nodo", ma a fronte della velocità anemometrica di 90 all'ora, verifico che la velocità ground, per effetto del vento Sud-Est e inferiore ai 60 all'ora.
Che palle! Alla mia destra il massiccio del Gran Sasso si defila ed ecco Pescara col suo aeroporto. Vedo bene la pista e controllo che non ci sia nessuno in decollo.
Qui son atterrato diverse volte col mio buon ma scorbutico istruttore Silvio Marrone e ricordo che quando atterravamo qui , la pista ci sembrava enorme (in effetti lo è ) dandoci nel contempo euforia, perché magari c'era un grosso aereo in nostra attesa, e timore reverenziale a cotanta grandezza in confronto alla pista dell'Aquila.
Ecco, adesso la vedo tutta, sono quasi allineato col suo asse longitudinale, e,…. Ma cosa ha oscurato per un'attimo il sole, ma quell'ombra di aereo in mare non è la mia, ha un'altra direzione!
Oops sono appena stato sorvolato da quel bimotore sul rosso, mi sembra ad eliche spingenti, forse un Piaggio.
Mi son scordato di controllare a sinistra, il finale! Beh ormai è passa…Porca putt.. il Beaver ha una rotazione sull'asse longitudinale di 70-90 gradi (non esagero)! Inaspettatamente mi sfugge uno strano sorriso che non so spiegarmi ed a voce alta grido- E' fatta!- . Non provo neanche a contrastarlo, ma in un secondo si rimette da solo, ma solo per un'istante!
Di colpo picchia paurosamente, e questa volta lo contrasto tirando la cloche fino contro al pis.. al sedile.
Con calma da cammello l'ultraleggero, adesso ultracollaudato, si livella arrivando a poche decine di metri sul mare: che cagaia! Dopo aver tirato un respiro di sollievo, provo a fare un completo check: sembra tutto a posto, i comandi rispondono bene, gli strumenti non denunciano problemi, che culo!
Mi dicono che il Beaver è un "padre di famiglia", e son sicuro che mi ha salvato la vita, e pensare che cerco di venderlo!
Certo mi piacerebbe un mezzo più performante, con più autonomia, e, magari, più bello, però mi sta dando soddisfazioni. Sono prossimo al promontorio di Vasto, e sono abbastanza stanco, anzi, comincio ad aver sonno.
E' un settimana che dormo poco. I giorni scorsi ero molto eccitato da questa avventura, tanto che la notte alle 3,30 mi svegliavo, e non riuscivo più a dormire.
Non credo che fossi preoccupato, penso che fosse solo l'eccitazione, la novità, LA NUOVA AVVENTURA!
Ecco il promontorio di vasto, lo attraverserò senza circumnavigarlo, recupero qualche minuto. Son circa un'ora di ritardo sulla tabella di marcia.

Ed ecco Termoli. Qui il promontorio lo aggiro, tanto non è grande, ora vedo l'aviosuperficie. Mi sembra deserta, la manica fa versi da matti, sembra la tromba suonata da un Jazzman . provo da Sud.
Non ce la faccio, il vento dal mare da Est mi scarroccia fuori pista nonostante i comandi a fondo corsa, e quindi riattacco. Vedo che ha un accenno di pista ortogonale alla principale, diciamo 09-27, è piuttosto corta, ma con questo vento frontale, si dovrebbe fermare in breve spazio. Ci provo.
Finale lungo, velocità elevata,gioco di piede per farlo scodinzolare un po e renderlo meno inerte. A 50 cm da terra tolgo motore galleggia appena e perde molta velocità, tocco e si ferma prima di arrivare nella pista principale. E vai.
Adesso cerco di riposarmi, sono le 2,45, aspetterò le 4, intanto mangio il panino che la Mira mi ha preparato, ma dov'è? Ops, lo sfilatino è diventato una schiacciatina, mi ci son seduto sopra, poco male, sarà più buono.
Controllo il carburante, e reputo che forse non ne ho a sufficienza per finire il Raid. Mi fermerò a quel campo volo vicino Foggia, il Fly and Go e magari a quell'ora ci sarà qualcuno che mi potrà aiutare, comunque adesso mi riposo. Non ci riesco!
Son le quattro, il vento mi sembra che abbia dei momenti di stasi, ed in uno di questi decollo per la Puglia.
Adesso oltre al vento ci sono le turbolenze delle attività termiche della varia natura del terreno. E' tutto un "ballamento", ma vado avanti. Ecco, qui ci dovrebbe essere il campo che cerco, tra S. Severo e Foggia, a destra della statale, prima della stazione di servizio dell'autostrada.
No, non la vedo. Faccio un altro giro, no, non c'è, (ndr non la troverò neanche al ritorno, nessuno ne sa niente?) all'ora cosa faccio? Oltrepasso Foggia lasciandola alla destra e seguendo l'autostrada per non interessare l'ATZ, quindi decido: se mi toccherà fare un'emergenza in un campo qualsiasi, tanto vale farlo con motore in un campo vicino ad un distributore.
Detto fatto. Prima di Cerignola avvisto un distributore affiancato da un campo dove hanno appena mietuto, piuttosto lungo.
Decido che va bene, ed atterro. Appena tocco il carrello destro trova terreno più soffice, e devo contrastarlo vigorosamente per non imbardare e cappottarmi, poi mi avvicino al distributore.
Una birra per me e trenta litri di super per il Beaver.
Non c'è super! Che sfiga! Potrei mettere la verde, ma non ho idea se mi possa dare dei problemi, provo a chiedere lumi telefonicamente a Minari, ma la segreteria mi dice che è via per un corso d'aggiornamento.
Allora decido di travasare il carburante dei due serbatoi tutto in uno solo in modo avere sapere con certezza cosa me ne rimane.
C'è ancora carburante per un'ora e mezza abbondante. Un bambino segue da vicino tutti i miei movimenti, mi fa un sacco di domande; io rispondo cortesemente, nonostante la stanchezza. Me lo avevano detto che sarebbe stata una faticaccia, ma sempre meno di una giornata accanto ad una betoniera a fare calcestruzzo (l'ho detto, faccio il muratore)!
Sono le 18,15 e decollo per la Basilicata.
Volo sempre più verso l'interno, sorvolo l' Ofanto, a destra c'è un invaso, un laghetto che non è segnato sulle carte, poi lascio Minervino alla mia sinistra: un ammasso di casette bianche, ordinatamente arroccate alla costa di una collina,un attaccata all'altra come fossero una costruzione di cubetti di Lego.
Vagamente mi ricordano i Sassi di Matera, mia città natale.
Adesso c'è molto meno vento, ma proviene da Ovest, ed io continuo ad andare di traverso.
Ho il piede che mi duole ed ho paura che mi prenda un crampo. Devo riposare il piede , ma appena alleggerisco la pressione dal pedale, il mezzo imbarda paurosamente. Il Beaver è biposto tandem, quindi la pedaliera del copilota, oggi assente, è alla portata delle mie mani, così poggio una mano sul pedale posteriore e faccio riposare il piede. Mi basta un minuto.
Poco dopo Minervino c'è un bosco che mi obbliga a dare motore per non finirci dentro: provoca un discendenza paurosa.
A destra dovrebbe essere Spinazzola, dico dovrebbe perché comincio ad avere qualche difficoltà ad orientarmi.
Qui c'è il nulla, colline di un colore indefinito, stradine e alcune "masserie" disperse tra i campi, ma nessun particolare caratteristico per orientarmi. Vedo un altro lago, ma anch'esso non è segnato. Intravedo alla mia sinistra, lontani, i paesi che reputo siano Andria, Corato,e Ruvo, allora, azzardando una triangolazione, quella li davanti è Gravina. Ormai volo da un'ora e Pisticci è ancora lontana
No, Nessun posto è lontano

Superata Gravina, quella davanti dovrebbe essere Altamura, e quella di fronte Matera.
Vedo sotto Altamura un paesino che non mi risulta, e poi Matera non è così in alto!
Ma questa collina con quella chiesa… ma certo! È il Santuario di Picciano, quella non è Altamura, ma Matera, ed il paesino è il Borgo La Martella. Ormai volo da 1,15 e non so se davvero arrivo,col carburante, e se perdo tempo a cercare il campo?
Dovrò fare un'emergenza senza motore, ad un passo dal mio target.
No atterro al distributore della Martella. Ed eccomi qua, attorniato dai curiosi e potenziali soccorritori, tra cui il gestore del distributore il quale mi chiede se ho dei problemi, ed io gli dico- Devo fare rifornimento.-

Dopo 20 minuti per l'operazione, alle 20,10, decollo per Pisticci lasciando i "Martinesi" col naso all'insù, se ne parlerà per anni di quel "coso" che è atterrato a far rifornimento al distributore di Cenzino.
Lascio l'invaso della diga di S. Giuliano alla mia destra, e noto con sgomento che il sole è già tramontato! Non ricordavo che qui fa buio prima, a Parma tramonta dopo le 8,40.
Ormai ci sono quasi, e,mentre penso ciò, sorvolo una pista tra Montescaglioso e la diga, era quella di cui avevo chiesto informazioni, ma non ho trovato risposte.
Ecco la valle del Basento, e dopo Pisticci scalo, la pista mi attende: un circuito, un atterraggio da manuale, tolgo i contatti: raid terminato. Ore 8,30.
Mi son sempre sentito un mezzo pilota (non solo perché so poco più di 1 metro e 50), ma adesso sono orgoglioso di me.
Adesso attendo il sig. Lo Franco che mi ospiterà nel suo hangar, e mio cognato che mi ospiterà a casa sua. Non vedo l'ora di andare a letto son stanco e vengo da lontano… Oh, no! NESSUN POSTO E' LONTANO.

Nessun posto è lontano, conclusioni.

Ho fatto questo raid solo per dimostrare a me stesso di essere in grado di farlo; l'ho fatto per provare a certi amici piloti che il GPS non è indispensabile; l'ho fatto per far capire a molti neo piloti di VDS , ( i quali agognano un ultraleggero da 80-100 milioni, magari non alla portata delle loro tasche, e non si degnano di montare su un tubi e tela, stando, così dei mesi senza volare) che per divertirsi è sufficiente un tubi e tela da pochi soldi, almeno i primi mesi.. Naturalmente sono ben cosciente di aver commesso vari errori di cui un paio gravi, che avrebbero potuto avere disastrose conseguenze, non solo per me ma anche per altri.
Ad esempio, sarebbe bastato guardare a sinistra per verificare eventuale traffico in avvicinamento in quel di Pescara, fare uno o due 360 in attesa che il traffico non desse più problemi.
La morte anche stavolta non s'è degnata di accogliermi. In volo son riuscito a fare 9 foto, a dopo sviluppate son risultate non molto chiare, probabilmente la macchina era erroneamente regolata, però 2 di queste foto meritano di essere mostrate: L'alba sull'Adriatico in Romagna, ed il tramonto sui colli della Basilicata.
Il sabato son stato con parenti ed amici di cui alcuni mi apostrofavano:- ma si arriva prima in macchina!- oppure- consuma molto meno la macchina e sei più tranquillo!
Hanno ragione, ma le emozioni?
In serata mi hanno invitato da Francolino al Casino del Diavolo, un ristorante con tante prelibatezze rustiche come: cipolle arrosto, agnello alla brace, pane casereccio, lampascioni sott'olio, ricotta fritta, melanzane grigliate, pecora in pignata, orecchiette, e quant'altro. Il tutto annaffiato con ottimo vino Primitivo. Se andate a Matera, non perdetevelo.
La sera seguente, ho lasciato il campo di Pisticci, dove i vari piloti Lo Franco, Tiberio, Leonardo e (credo) Massimo si sono prodigati ad aiutarmi, e quest'ultimi 2 mi hanno dato l'olio per miscela che avevano, senza richiedere nulla.
In seguito, dopo aver contattato i gestori dell'aviosuperficie di Montescaglioso, credo Airbase, ho trasferito il mezzo in quella pista per essere più vicino a Matera. Il giorno dopo, alle 4 di mattino, al campo, trovo i 2 Boss dell'aviosuperficie ad aiutarmi: Girardi Pierino ed Iacovone Angelo! Cosa fa fare la passione per il volo!
Il viaggio di ritorno non ve lo propongo, penso di aver abusato fin troppo della vostra pazienza, e poi , pur essendo stato molto bello e più tranquillo dell'andata, non ha avuto note meritevoli di menzione .

I numeri del raid sono i seguenti:

Andata

percorsi Km 800
Ore volo ore 10,20
Velocità media kmh 77,6
Consumo totale L 150
Consumo medio orario L 14,7

Ritorno

Percorsi Km 813
Ore volo ore 9.20
Velocità media Kmh 87,4
Consumo totale L 155
Consumo medio orario L 16.6

SALUMI A TUTTI !

Pino Moliterni I-1550