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Verso il basso per decollare


Sono passati diciotto anni da quando è stata varata la legge 106, ma siamo ben lontani dal poter dichiarare che il VDS abbia raggiunto la maturità.
Sempre più potenti, sempre più veloci, i costruttori hanno reinventato lšaviazione generale utilizzando la 106 per non affrontare gli oneri (davvero troppi), che comporta la progettazione di un aeromobile.

Furbi, vero? Del resto come potevano resistere i pilotini di VDS a macchine chiuse, comode e che volano a 250 all'ora?
Su un aeroplanetto che costa di più c'è sicuramente più guadagno e più possibilità di esportazione laddove certe leggi non esistono, ma da noi, in Italia, tutto ciò ha stravolto lo spirito del VDS, quello che predicava un volo fatto con il minimo indispensabile, con un motore più piccolo e leggero e una struttura essenziale.

Ora, a costo di scatenare le ire di molti, chiedo agli enti di fare il loro lavoro, di mandare i loro funzionari a pesare gli aeromobili (rigorosamente prima di farsi offrire il pranzo dai costruttori), e di verificare quei benedetti 65 km/h di velocità di stallo con i mezzi che la tecnologia mette oggi a loro disposizione.

Non per sadismo o per invidia, ma per rispetto verso chi non ha perso lo spirito del volo con l'ultraleggero, e soprattutto, verso noi stessi.

Sappiamo tutti molto bene che non ci serve una 106 più elastica, ma un'aviazione generale meno complessa. E soprattutto, finiamola di prenderci in giro.

Viva coloro che propongono il volo con meno di 30 cavalli, quelli che propongono ULM che costano meno di 30 milioni, e chi ama lšaria in faccia.

Fester