 |
ALBERTO SANTOS DUMONT
Pioniere del volo
Prefazione.
Ripercorrere tutta la vita di Santos Dumont sarebbe stato quanto mai interessante. Fu tutt'altro che una persona comune e, dal 1898 al 1909 furono rilevanti la sua presenza e il suo contributo alla navigazione aerea: dirigibili e aeroplani.
Mi sono limitato a prendere in esame quell'arco di tempo e quel contributo in quanto in quei dodici anni si è sviluppata, tutta e a Parigi, l'attività pionieristica del giovane brasiliano.
Il tempo restante appartiene infatti alla sua vita privata e non alla storia del volo umano.
Di quell'avventura, nella quale Santos Dumont ha messo in gioco se stesso e bruciato la sua vita, ho ripercorso e riportato linee e fatti essenziali, puntualizzando e approfondendo ove era necessario.
Ho dato però maggior rilievo e spazio all'aeronauta piuttosto che all'aviatore, sia perché il periodo è meno noto e sia perché quella per il dirigibile fu una grande passione che determinò anche una scelta di vita.
Nella stesura, seppur nel rigore di una ricostruzione, ho dato peso e rilevanza alle pubblicazioni dell'epoca, in particolare a giornali e riviste straniere, citando le principali e le più incisive.
Tale criterio, oltre a fornire la possibilità di vivacizzare la narrazione e i fatti con la freschezza e il colore delle notizie del momento, nonché di riportare le interviste, o le esternazioni, fatte sul campo da Santos Dumont, ha consentito di collocare gli eventi ai tempi giusti, nella successione nella quale accaddero e nella cornice della contemporaneità. In situazioni dubbie, oltre alla mia ho riportato le altre versioni o interpretazioni.
Ne è emerso, credo, un Santos Dumont come fu verosimilmente, e come lo videro i contemporanei e quanti lo conobbero.
Lo propongo, così come a mio parere va conosciuto e considerato e collocato nella stagione pionieristica della storia dell'aviazione, ora che il tempo trascorso consente una visione distaccata e obbiettiva, a cento anni da quel1901 nel quale, vincendo il premio Deutsch, portò in primo piano se stesso e le potenzialità del dirigibile, ed a pochi anno meno da quel 1906 nel quale stupì i parigini con un breve volo in linea retta fatto questa volta con un aeroplano, anch'esso sospinto da un motore a scoppio.
Questo libro è nato su suggerimento di Maria Fede Caproni Armani e non sarebbe potuto esistere, nella veste datagli, senza l'apporto dei documenti e delle fotografie dell'Archivio del Museo G. Caproni.
A lei vanno in primo luogo i miei ringraziamenti, ai quali fanno seguito quelli alla mia famiglia, che mi ha sopportato e supportato consentendomi di ritagliare, nel ménage quotidiano, una nicchia di spazio e di tempo.
Attilio Marchetti
|
